
Gli Statuto
Milano, 6 marzo 2025 – “Non mancherà una dedica a Bruno Pizzul, è naturale – promette Oscar Giammarinaro a proposito dello “Statuto Football Club” con cui la band torinese sbarca stasera al Legend Club di via Fermi, a Milano –. Aveva un posto in quel calcio romantico, a misura d’uomo, da cui le canzoni dell’ultimo disco hanno preso origine”.

Rifacimenti ska di successi come “La leva calcistica della classe ‘68” di Francesco De Gregori, “Una vita da mediano” di Ligabue, “La partita di pallone” di Rita Pavone, “Un’estate italiana” del duo Nannini-Bennato, e di sigle tv quali “Tutto il calcio minuto per minuto”, “Domenica sprint”, “Novantesimo minuto”, “La domenica sportiva”, memorie pallonare dell’Italia che fu.
Che ricordo ha del telecronista friulano?
“Innanzitutto, era un tifoso del Toro. Raramente i commentatori dichiarano la propria appartenenza, ma Pizzul sì. Forse perché essere granata dà sempre un certo lustro. Ricordo ancora la sua drammatica telecronaca dell’Heysel con grande capacità narrativa e professionale”.
Ma con quel che avviene nel calcio, un disco del genere non è un po’ fuori dal tempo?
“In effetti il tentativo, se si vuole nostalgico, è raccontare un calcio diverso da quello d’oggi. A giudicare dalle reazioni del pubblico durante il tour estivo, tornare a vivere il football con un’altra intensità è desiderio condiviso”.
Oltre al nuovo album che suonate per intero, nello spettacolo cosa c’è?
“Le nostre canzoni un po’ più conosciute, come “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo“, “Piera“, “Qui non c’è il mare“, “Ragazzo ultrà“, e quelle calcistiche del passato: “Facci un goal“, dedicata a Paolo Pulici, “Grande“, scritta per il Grande Torino col testo di Gian Paolo Ormezzano, “Controcalcio“, firmata con Enrico Ruggeri...”
Brani nuovi?
“Due o tre, per vedere l’effetto che fanno sul pubblico”.
Carlo Conti ha aperto l’ultimo Sanremo con un omaggio ad Ezio Bosso, sua conoscenza di conservatorio e bassista dei primi Statuto.
“Un riconoscimento giusto e dovuto. C’è voluto il ritorno di Conti perché il Festival si ricordasse di Xico, come si faceva chiamare quando suonava con noi. Sottolineava spesso come avesse conosciuto Conti sul palco, e da quel loro incontro fosse venuta fuori la straordinaria intervista che ancora tutti ricordiamo”.
Come butta quest’anno per i Toro?
“Mah. Bisogna rendere onore al mister Vanoli per aver tirato fuori il meglio da una rosa non proprio eccellente, diciamo, salvandoci, speriamo, dalla lotta per la retrocessione. Sullo scudetto non faccio previsioni, ma se a farcela fosse l’Atalanta sarei molto contento”.