REDAZIONE MILANO

Maxi operazione contro la 'ndrangheta, 27 arresti: sindaco di Seregno ai domiciliari

Mantovani indagato per corruzione. Arresti nelle province di Monza, Milano, Pavia e Como, nell'ambito di un'inchiesta su infiltrazioni della 'ndrangheta nell'imprenditoria e nella politica

Carabinieri in Comune a Seregno

Milano, 26 settembre 2017 -  I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno eseguito stamani una serie di arresti nelle province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria nell'ambito di un'inchiesta su infiltrazioni della 'ndrangheta nel mondo dell'imprenditoria e della politica in Lombardia. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano. In tutto 27 le misure cautelari eseguite: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive. Lo spunto investigativo è venuto da approfondimenti avviati nel 2015 dal Nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Milano sui summit di 'ndrangheta tenuti a Legnano e a Paderno Dugnano, monitorati nell'ambito dell'operazione "Infinito". L'indagine ha consentito di identificare gli elementi di vertice della locale di Limbiate (Monza) e di individuare un gruppo criminale dedito al traffico di grossi quantitativi di cocaina, con base nel Comasco e composto prevalentemente da soggetti originari di San Luca (Reggio Calabria), legati a cosche di 'ndrangheta di notevole spessore criminale.

Il sindaco Edoardo Mazza
Il sindaco Edoardo Mazza

L'IMPRENDITORE - Nel corso delle indagini è inoltre emersa la figura Antonio Lugarà, un affermato imprenditore edile di Seregno, che secondo i carabinieri intratteneva rapporti con importanti esponenti del mondo politico e aveva frequentazioni anche con esponenti della criminalità organizzata, a cui chiedeva interventi vari per raggiungere i suoi scopi. In questo contesto, è stato delineato dai carabinieri anche il "ruolo  determinante" che avrebbe avuto l'uomo d'affari nell'elezione dell'attuale sindaco di Seregno: sullo sfondo dell'intercessione ci sarebbe stato l'interesse dell'imprenditore di ottenere, da parte degli amministratori dei quali sosteneva la candidatura, la convenzione per realizzare un supermercato nel territorio comunale. 

MANTOVANI - Nell'ambito dell'inchiesta sono stati perquisiti anche gli uffici dell' ex vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani (FI). Mantovani risulta indagato per corruzione in un filone dell'indagine. Da quanto si è saputo, l'accusa riguarderebbe i suoi presunti rapporti con l'imprenditore Antonio Lugarà. È stato lo stesso Mantovani, tuttora consigliere regionale, a rendere nota la perquisizione, dicendosi estraneo alla vicenda. "Avvenuta perquisizione questa mattina presso i miei uffici - afferma l'ex vice governatore - in relazione ai fatti (su cui indaga la procura di Monza) di cui nulla so, che apprendo dai media di stamane e che sono lontanissimi dal mio agire politico e personale. Nulla è emerso. Sempre a disposizione della trasparenza e della legalità". 

Gli arresti all'alba
Gli arresti all'alba

LE ACCUSE - I soggetti colpiti dalle 27 misure cautelari sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. L'inchiesta dei carabinieri rappresenta una costola dell'indagine "Infinito", che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle "Locali" 'ndranghetiste in Lombardia.

La droga sequestrata
La droga sequestrata

LE INTERCETTAZIONI - "Vogliono mettere in piedi San Luca (...) San Luca a Milano ... al nord". Lo dice in un'intercettazione telefonica uno degli arrestati nel maxi blitz di stamani. Il riferimento è a San Luca, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, noto per una faida delle cosche in relazione a un grosso traffico di cocaina nel Comasco. In altre telefonate i presunti affiliati alla 'ndrangheta parlavano anche di "mitra" e "kalashnikov".

Operazione contro la 'ndrangheta, le intercettazioni: IL VIDEO

IL SUMMIT - Con il maxi blitz di oggi in Lombardia "è stata individuata una delle persone che era rimasta fuori" dagli arresti dell'operazione "Infinito" del 2010 e che partecipò in quell'anno al noto summit in un centro intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino (di Paderno Dugnano, ndr). Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini sottolineando come dalle indagini sia emersa "la violenza gratuita" e "la facilità estrema della 'ndrangheta di infiltrarsi nel tessuto istituzionale"