Milano, 31 ottobre 2013 - Ammazzato anche Pasquale. Alla famiglia aveva detto: «Esco perché devo vedere qulcuno». Poi la telefonata: «Guarda che hanno sparato a Pasquale». La famiglia Tatone viene avvertita così, dalla telefonata di un amico che stava al bar-pizzeria «Rim» normalmente frequentato da tutti i fratelli. La prima a tornare indietro, verso quel circolo è una parente. Quando arriva c’è la Fiesta che guidava Pasquale con i vetri in frantumi. Lui è accasciato sul sedile, il corpo martoriato da almeno cinque colpi di pistola, due quelli mortali.
La Fiesta risulta intestata a un egiziano che ha precedenti per furto, rapina e danni contro il patrimonio. L’utilitaria ha il vetro posteriore sinistro rotto, in pezzi anche quelli anteriori. Le ultime ore di Pasquale le raccontano i parenti. «Aveva cenato con noi, poi aveva detto che aveva un impegno e doveva uscire, così aveva preso l’auto, non sapevamo dove era diretto, non lo abbiamo più visto». Proprio Pasquale, lunedì, dopo l’omicidio del fratello aveva escluso che ci fossero faide. Invece, la terza vittima di quella che ormai, nel quartiere della mala a Nord Ovest di Milano, sta prendendo i contorni di una vera e propria guerra è lui, Pasquale.
È stato ammazzato ieri notte, pochi minuti prima delle 23, da un killer professionista con il volto coperto da un casco integrale: cinque colpi sparati in mezzo alla strada, mentre si trovava all’interno della sua Ford Fiesta blu. Per lui non c’è stato scampo. Siamo in via Pascarella, all’altezza del civico 11, davanti alla pizzeria Rim affollata per le partite di calcio, quasi all’angolo con via Lopez, a una manciata di metri da dove Pasquale abita con la famiglia. Alcuni testimoni hanno raccontato di un uomo a bordo di uno scooter che continuava ad aggirarsi nei pressi del locale. Quando Pasquale si è fermato davatti alla pizzeria a lui si è avvicinato lo scooter. Gli ha scaricato addosso due colpi. Una strada importante, via Pascarella, proprio qui a una manciata di cancelli di distanza dal luogo in cui è stato assassinato Pasquale, al civico 18 Emanuele Tatone aveva abitato insieme alla compagna e alla figlia di 3 anni negli ultimi tempi.
«Nessuno screzio rimasto in sospeso», assicurava Pasquale non più tardi di lunedì. Ma adesso anche gli inquirenti — che sembravano più propensi a considerare la pista dello «sgarro fra balordi» per spiegare la doppia esecuzione di domenica — dovranno riconsiderare tutta l’indagine alla luce di quello che è successo ieri. E il perché di queste tre morti va adesso ricercato nelle guerre fra clan per il controllo del territorio a Quarto Oggiaro.
di Marianna Vazzana
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