
La folla di 90 mila persone (secondo l'Anpi) che ha affollato Piazza del Duomo a Milano per il 25 aprile
Milano – Il cielo terso che ha salutato Milano la mattina del 25 aprile, è rimasto tale per tutta la giornata: è sotto il sole che ha camminato l’immenso corteo – 90 mila persone secondo gli organizzatori, 60 mila per la Questura – che ha celebrato l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal regime nazifascista. Non è mancato qualche momento di tensione, soprattutto tra la Brigata Ebraica e la frangia pro-Palestina, ma niente di paragonabile agli scontri avvenuti in giornata a Bergamo.
Nella prima mattinata, in cinque tappe simbolo – da piazza Tricolore al Monumento ai Quindici Martiri di Piazzale Loreto – si sono susseguiti silenzi carichi di storia e frusci di bandiere mentre autorità civili e militari rendevano omaggio ai caduti nazifascisti. "La speranza è che non si svilisca il senso di questa manifestazione”, ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala deponendo la corona a Palazzo Marino. La vice-sindaca Anna Scavuzzo ha deposto la prima corona al Sacrario dei Caduti, seguita pochi minuti dopo da una catena di rappresentanti istituzionali.

Ma è stato il concentramento di via Palestro, a mezzogiorno, a caricare l’atmosfera di un’energia diversa: alcune centinaia di giovani con bandiere palestinesi hanno tentato di prendere la testa del corteo, innalzando slogan come “Palestina libera” e “Fuori i sionisti dal corteo”, scatenando i primi momenti di tensione. La Questura ha schermato gli attivisti pro-Palestina a centinaia di metri dallo spezzone dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), stabilendo un corridoio di sicurezza per separare le anime politiche in campo.
Alle 14:30 da Porta Venezia è partita la grande marcia cittadina, aperta dallo striscione dell’Anpi e guidata dallo storico Gonfalone della città. In testa si sono affiancate le comunità ebraica e ucraina, con decine di bandiere e lo slogan “Ora e sempre la democrazia si difende”, mentre i City Angels garantivano il servizio d’ordine al fianco di volontari del Partito democratico e di Azione.

Il corteo ha attraversato corso Matteotti, toccando piazza della Scala con un passaggio carico di cori partigiani e di “Bella Ciao” intonato a squarciagola. Poi, in piazza Duomo, il sindaco Giuseppe Sala ha preso la parola. Ha richiamato alla memoria il sacrificio dei partigiani come monito contro i “falsi patriottismi” di oggi, invitando a non svilire la festa con eccessi di qualunque parte. “A Gaza c’è un massacro, ma oggi è la festa della Liberazione: non dimentichiamo il perché siamo qui”, ha ammonito Sala, augurandosi un corteo “politico ma non di parte”.

Sul palco è poi intervenuto il presidente dell’Anpi milanese, Primo Minelli, che ha sottolineato il carattere “unitario, partecipato e pacifico” della giornata, nonostante le tensioni. Ha richiamato i valori antifascisti come collante imprescindibile per difendere la Costituzione, ringraziando i sindacati e le associazioni culturali che hanno animato il pomeriggio con testimonianze di partigiani ancora in vita.
Il corteo si è sciolto lentamente verso le 17, ma la festa non è finita. In serata, al Teatro alla Scala, si è svolto un concerto gratuito organizzato dall’Anpi insieme al Piermarini: professori d’orchestra, cantori del coro e giovani talenti dell’Accademia hanno eseguito brani che hanno scandito le tappe della Resistenza, dal “Va, pensiero” di Verdi fino a moderni inni di pace. I biglietti, già esauriti, hanno trasformato il foyer in un brulichio di applausi e commozione.

Parallelamente, l’Università Statale ha inaugurato il progetto “80 Luoghi x 80 Anni di Libertà”: una mappa interattiva che invita cittadini e turisti a riscoprire vie, monumenti e palazzi che furono teatri di azioni partigiane. L’iniziativa, accessibile anche via smartphone, fonde storia e tecnologie digitali per tenere viva la memoria collettiva. Milano ha così celebrato un 25 Aprile in bilico tra ricordo e attualità. Una giornata che ha ricordato come la libertà vada difesa ogni giorno, dentro e fuori i cortei.