Milano, 25 aprile 2024 – “Vogliamo riprenderci questa piazza e riprenderla sul serio, non in modo performativo per questo abbiamo deciso di organizzare un momento di lotta che si terrà in piazza Duomo alle 13:30”: così hanno spiegato a radio Onda d'urto i Giovani palestinesi e le realtà antagoniste che oggi si sono date appuntamento a Milano.
E l’appuntamento è proprio in concomitanza con il corteo dell’Anpi, che partirà da Porta Venezia alle 14.30 circa e e arriverà in piazza Duomo verso le 15.30.
La polemica
In alcune storie su Instagram i giovani palestinesi lamentano che non è stata accolta la loro richiesta di parlare dal palco della manifestazione nazionale del 25 aprile e che lo spezzone palestinese è stato relegato in coda al corteo: “Noi non sottostiamo al Pd e ai sionisti: portiamo la Palestina in piazza Duomo”. “Non abbiamo alcuna intenzione di sottostare ai diktat dei sionisti e dei complici dei sionisti. Quarantamila martiri - hanno aggiunto nelle storie - ci impongono oggi di fare delle scelte e se non le facciamo ora, quando le faremo? Ora è il momento di agire, ora è il momento di scegliere. Perché se non lo faremo il 25 aprile - hanno concluso - non lo faremo mai e resteremo schiavi del sionismo”.
Il presidio
Giovani palestinesi e altre sigle del sindacalismo di base come Usb e il movimento Cambiare Rotta si sono quindi radunati in piazza Duomo: alcune centinaia i partecipanti al presidio. Accanto alle bandiere palestinesi, sventolano anche quelle delle sigle che hanno aderito alla manifestazione: tra gli altri, Unione sindacale di base, Potere al popolo, collettivo universitario Cambiare rotta. In piazza ci sono anche i centri sociali e le realtà antagoniste, come la rete 'Dax resiste'. 'Netanyahu assassino' e 'Intifada fino alla vittoria' gli slogan che hanno accompagnato l'entrata in piazza, dove è stato esibito un grande striscione: 'Fuori i genocidi dalla storia'. Un altro manifesto usa le parole scelte dalla Brigata ebraica per sfilare al corteo del 25 Aprile 'Ora e sempre la democrazia si difende', mutandole in 'Ora e sempre la Resistenza si difende'.