Milano, 23 aprile 2025 – A due giorni dalla ricorrenza della Liberazione e due giorni dopo la morte di Papa Francesco, scoppia la polemica sul richiamo del ministro Nello Musumeci alla ''sobrietà'' nelle celebrazioni del 25 aprile, che cade nei cinque giorni di lutto nazionale proclamato dal Consiglio dei Ministri. “Tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno".

A stretto giro di posta ha risposto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. ''È il 25 aprile. Non so cosa voglia dire esattamente 'sobrio'. Bisognerebbe chiederlo al governo''. Così il primo cittadino, a margine della messa in suffragio di Papa Francesco. ''Detto ciò - ha aggiunto Sala - bisognerà farlo ovviamente con il senso che ha il 25 Aprile, cioè il ricordo di quello che è stato 80 anni fa, ma la manifestazione si farà''.
Le misure per il corteo milanese sono sul tavolo del comitato per l'ordine e la sicurezza che si riunirà domani mattina. L'auspicio del sindaco è che rispetto allo scorso anno ''sia tutto più tranquillo, ma sono cose difficili da prevedere. Io ci sarò come sempre con lo spirito giusto, che è quello di dovere ma anche di piacere, per ricordare un momento importante del nostro Paese''. Un momento, peraltro, che partì proprio da qui, da Milano: quel giorno il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate.