PAOLO VERRI
Cronaca

Affari sulla rotta Palermo-Milano: scattano 91 arresti per mafia

Nel capoluogo lombardo i capi dell’organizzazione. Business con caffè, attività commerciali e cavalli da corsa

Intercettazioni

Milano, 13 maggio 2020 - Nomi noti da decenni agli inquirenti quelli finiti nell’inchiesta della Finanza di Palermo che ieri ha portato a 91 arresti tra boss, gregari ed estorsori dei clan dell’Arenella e dell’Acquasanta. Come i Fontana, “famiglia” storica di Cosa nostra palermitana che da tempo ha spostato il “core business” a Milano. Dalle indagini è emerso il ruolo di vertice di Gaetano Fontana, scarcerato per decorrenza dei termini nel 2013 dall’accusa di mafia, tornato in cella nel 2014 e nel 2017 uscito nuovamente dopo aver scontato la pena. Ieri sono stati arrestati anche i fratelli: Giovanni e Angelo, dal 2012 sottoposto all’obbligo di soggiorno proprio nel capoluogo lombardo.

Secondo le indagini – durate due anni – la famiglia gestiva le imprese che operano nella cantieristica navale, nella produzione e commercializzazione di caffè, e avrebbe il controllo di decine di supermercati, bar e macellerie e del mercato ortofrutticolo, delle scommesse on-line e delle slot machines. Altro personaggio di rilievo dell’indagine è Giovanni Ferrante, braccio operativo del clan Fontana. Ferrante usava attività commerciali per riciclare i soldi sporchi, ordinava estorsioni e imponeva l’acquisto di materie prime e generi di consumo scelti dall’organizzazione, usava come intermediatrice la compagna, Letizia Cinà. A un altro arrestato, Domenico Passarello, era delegata la gestione dei giochi e delle scommesse a distanza, del traffico di stupefacenti, della gestione della cassa e della successiva consegna del denaro ai vertici. Sequestrati beni immobili per 15 milioni di euro nonché cavalli da corsa.