
"A fine anno tutti si scoprono Dsa" Post della preside scatena la bagarre
di Roberta Rampini
Un post discutibile, offensivo, che mette in dubbio che le certificazioni per disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) siano vere e allude al fatto che nei mesi di aprile e maggio, quando sono in programma verifiche e interrogazioni finali, qualche studente possa nascondersi dietro le certificazioni per essere facilitato. A scriverlo è stata la dirigente scolastica del liceo Majorana di Rho, Elisa Iacazio, sul suo profilo Facebook, non pubblico ma aperto solo agli “amici stretti”. "I mesi di aprile e maggio sono PE RI CO LO SIS SI MI, decine e decine di studenti diventano all’improvviso dislessici, discalculici, disgrafici... ma poveri. Sarà il cambio di stagione". È stato proprio uno degli amici stretti, un genitore, a fare lo screenshot e condividere il post martedì sera. In pochi minuti lo screenshot è diventato virale, con decine di condivisioni in tutte le chat di classe degli studenti e dei genitori. Tanto è bastato per sollevare indignazione tra i genitori e rabbia tra gli studenti che non hanno gradito il post della preside e il commento di Vincenzo Polgati, docente della stessa scuola: "Davvero, poveri. Forse è meglio ricoverarli in qualche centro specializzato".
Gli studenti hanno stampato centinaia di fotocopie del post e ieri mattina hanno letteralmente tappezzato la scuola, sui muri, nei bagni, alle macchinette del caffè, nelle aule e sulle porte. Poi hanno abbandonato le aule e sono usciti in cortile a protestare. "Quello che ha scritto la preside è offensivo, ha deriso i nostri compagni con Dsa – spiegano gli studenti –. Deve chiedere scusa pubblicamente a tutti, non basta cancellare un post per avere la coscienza a posto".
Il genitore di uno studente con Dsa che chiede di mantenere l’anonimato per paura di ritorsione nei confronti del proprio figlio in una mail inviata anche al Provveditorato scrive: "Sia il docente che la preside bullizzano con le loro parole gli studenti dsa. Vi sembra il modo di trattare questi ragazzi che già hanno tante difficoltà e che vivono tante frustrazioni? Come può una dirigente che scrive queste cose garantire che quanto scritto nel piano didattico personalizzato venga effettivamente applicato? Può deridere in questo modo pubblicamente i suoi stessi studenti?".
La preside, che avrebbe dovuto avere contezza dell’effetto che i post hanno sui social, replica: "Era un post ironico, non era mia intenzione offendere qualcuno, anche perché chi mi conosce sa benissimo la mia attenzione nei confronti degli studenti con dsa, prima come docente di inglese e oggi come dirigente scolastica. Credo che sia stato montato un caso mediatico davvero esagerato – aggiunge –. Se qualcuno si ritiene offeso gli chiedo scusa pubblicamente. Io comunque sono serena e ho incontrato una delegazione di studenti per spiegare loro come stanno le cose. Non sono stati loro a fare lo screenshot del post perchè non do l’amicizia sui social agli studenti, ma un genitore che tra l’altro mi conosce e di questo sono dispiaciuta".