BARBARA CALDEROLA
Cronaca

A un anno fu rapita e nascosta ad Aleppo: Emma abbraccia il maresciallo-eroe 6 anni dopo il suo rientro

Nel 2011 la bambina fu rapita dal padre siriano, nel 2017 il rientro in Italia grazie a Marco Bennati. Adesso i due si rivedono in caserma

L’incontro fra Emma Houda, la ragazzina oggi 13enne, e l’eroe Marco Bennati

Trezzo sull’Adda (Milano) – Il lungo abbraccio fra il maresciallo ed Emma Houda, sei anni dopo il salvataggio della bambina rapita dal padre siriano e nascosta ad Aleppo. Vibra forte a Trezzo la corda dei sentimenti per Marco Bennati, a capo della stazione carabinieri, oggi come allora, per mamma Alice Rossini che in quella terribile mattina del 2011 abitava a Cornate e sporse denuncia di scomparsa della figlioletta proprio davanti a lui, e per la giovane protagonista, suo malgrado, oggi 13enne. Ora le loro vite sono andate avanti, "ma abbiamo sentito il bisogno di rincontrarci - racconta la donna - 12 anni fa lui mi promise che avrebbe ritrovato la bambina. E così è stato".

Fu Bennati a rintracciare a una manciata di chilometri dalla caserma di via Medici il prozio della piccina che fece da ponte con l’ex marito e la suocera annodando i primi fili del ritorno. Ma erano passati cinque anni dal tragico distacco dalla madre, che oggi vive a Camparada, in Brianza, con lei e altre due figlie. "Adesso il cerchio è chiuso", dice lei commossa fino alle lacrime davanti "al nostro eroe". Fu lui a riportare la bimba a Malpensa il 10 marzo 2017, dove le due si riabbracciarono dopo un’eternità. "Servì il Dna di rito per il riconoscimento ufficiale", ricorda il luogotenente, ma chi c’era all’aeroporto quel giorno vide di cosa è capace la legge dell’amore. Bastò poco a Emma per riconoscere la madre anche se adesso aveva 7 anni e parlava solo arabo. Da lì in poi il tempo è servito a ricostruire una quotidianità interrotta il giorno in cui suo padre, Mohamed Kharat, l’aveva presa con sé ed era partito per Aleppo, città simbolo del martirio di un popolo inerme sotto le bombe.

Per Alice una tortura senza fine con appelli a "Chi l’ha visto?" e una mobilitazione senza precedenti per aiutarla a riportare a casa la piccola. "Quante volte la soluzione sembrava dietro l’angolo e poi invece era l’ennesimo buco nell’acqua – ricorda -. È stato terribile. Bennati non ha mai smesso di crederci". Emma sa tutto e guarda avanti, felice. "Da grande? Farò il detective - afferma sicura - ma non c’entra quello che mi è successo. Voglio aiutare le persone". Per sua madre la gratitudine per il maresciallo "non si esaurirà mai". L’Arma l’ha insignito per il suo ruolo nella storia. E non era la prima volta. Il luogotenente ha salvato la vita a due donne a distanza di anni buttandosi con la divisa nelle acque gelide dell’Adda per strapparle alla furia dei mulinelli.