
Il poster censurato di Achille Lauro
Milano, 24 luglio 2020 - Un Cristo -bambolotto, con le fattezze tatuate di Achille Lauro ma in hot pants viola e stivali in lattice nero, issato su una croce di Big Babol, le cicche in voga negli anni Ottanta e Novanta. "Questa è l’immagine che avreste visto oggi (ieri per chi legge ndr) nel maxi-cartellone di corso Como a Milano ma la pesante mano della censura delle pubbliche affissioni lo ha impedito".
Così si lamenta Achille Lauro sui social, dove ha pubblicato il poster che avrebbe dovuto fare la sua apparizione nella via sotto i grattacieli di Porta Nuova. Missione della pubblicità shock: lanciare il nuovo album, "1990" in uscita proprio oggi. Il pubblico della rete ha reagito con una valanga di commenti, dividendosi manichealmente fra sostegno della visionarietà del loro idolo e indignazione per il contenuto blasfemo. L’artista parla espressamente di censura. "Io la regalo a tutti voi e come sempre “Me ne frego”" scrive su Facebook il rapper/performer, citando il titolo del brano che ha presentato all’ultimo Sanremo.
Il Comune di Milano nega però di essere la "Glavlit" della situazione. Anzitutto quello in corso Como "non è impianto comunale ma privato" fa sapere il Comune. La concessionaria ha l’obbligo di comunicare al pubblico il programma delle affissioni ma non il contenuto del manifesto. Talvolta però la società chiede un riscontro al Comune per sincerarsi che la creatività rispetti il regolamento locale in materia di sensibilità religiosa e tutela dell’infanzia. È quello che è successo in questo caso: il Comune di Milano ha espresso "un parere negativo ma non vincolante". La società ha deciso di tenerne conto e di non procedere con l’affissione ma avrebbe potuto non farlo, perché sugli impianti privati il Comune non ha il potere di negare l’autorizzazione. In corso Como al posto del crocefisso c’è un’altra pubblicità: al centro sempre l’alter ego giocattoloso di Lauro, in sella ad un gigantesco “Mio mini Pony”.
Le maxi-affissioni da scandalo non sono mancate negli ultimi anni. A maggio del 2017 divenne un caso il messaggio sparato a carattere cubitali sulla fame chimica alle Colonne di San Lorenzo. Era uno spot per la serie tv "Breaking Bad". A dicembre dell’anno scorso un maxi-cartellone del rapper Salmo sul Naviglio Grande con sangue finto venne rimosso.