Una cartina geografica disseminata di aree arancioni, ossia di zone a rischio. Così si presenta il nostro Paese nell’elaborazione dell’Edo, l’Osservatorio europeo sulla siccità: un territorio fragile, in cui l’acqua - soprattutto negli ultimi anni - è uno dei fronti più critici. Sempre più scarsa, sprecata, gestita male e sempre più fonte di disastri (a livello europeo 1.500 eventi catastrofici dal 1980 a oggi, con 4.300 morti e 170 miliardi di danni).
Le criticità delle risorse idriche e la necessità di ripensare le politiche in questo ambito, nell’ottica della sostenibilità e dell’economia circolare è stato il tema della seconda lezione della Sustainability Winter School, la scuola di alta formazione per amministratori pubblici under 40, organizzata dal Gruppo Cap.
In cattedra, per questo secondo appuntamento, Paola Brambilla, coordinatrice del comitato giuridico di Wwf Italia e della Commissione di Valutazione Impatto Ambientale del ministero dell’Ambiente. "La situazione in Italia è sempre più allarmante. In Sicilia e Sardegna ci sono state ordinanze di non potabilità dell’acqua. E vicino a noi, in Catalogna, la siccità ha scatenato una vera guerra sulla gestione della risorsa". Già, la questione centrale è proprio la gestione. Che - ha spiegato Brambilla - deve contemplare "la corretta manutenzione delle infrastrutture e la pianficazione e modulazione degli interventi sul territorio, che vanno dalla lotta all’impermeabilizzazione del suolo all’erogazione di bonus condizionati all’efficienza e alla riduzione dei consumi".
Perché se il cambiamento climatico e la crisi ambientale ha una scala globale, le ammnistrazioni locali hanno in mano alcuni strumenti fondamentali. A iniziare dal nuovo regolamento 2088 adottato dall’Italia alla fine del 2023 sulla tassonomia ambientale delle attività economiche. Una classificazione delle imprese che ne misura l’impatto ambientale e la capacità di intervenire positivamente sugli ecosistemi. "Gli amministratori sono a chiamati - ha spiegato Brambilla - a favorire le imprese che rispondono a determinati standard, proprio a partire dall’utilizzo delle risorse". Uno strumento pratico e immediato che trasforma gli amministratori locali in protagonisti della transizione ecologica e delle politiche per una vera economia circolare.
Il prossimo appuntamento con la scuola di sostenibilità di Cap è in programma il 21 febbraio con una lezione sul tema “Strumenti per città a emissioni zero“.
Luca Tavecchio