di Stefania Consenti
"Raccontare Giulia Maria Crespi...(sospiro), quasi impresa impossibile, da dove iniziamo?".
Marco Magnifico è stato il suo braccio destro per 35 anni, vicepresidente esecutivo di questa splendida "creatura" che è il Fai (Fondo Ambiente italiano), coccolata e protetta sino alla fine dalla sua eclettica fondatrice, scomparsa ieri a 97 anni.
Partiamo dal suo rapporto simbiotico con Milano...
"Legatissima alle sue istituzioni culturali, diceva che era cittadina del mondo ma aveva Milano nel cuore. Era stata educata e cresciuta come una regina, ma con quei principi sani e severi tipici della vecchia borghesia milanese. Da un lato riceveva come nessuno riceveva più a Milano, ma con uno spirito di dovere. Diceva: “Ho ricevuto tanto e devo restituire molto anche agli altri“. La sua vera anima non era della regina, lei pensava di essere stata una contadina nella precedente vita. Noi la prendevamo in giro ma è vero che era felice quando poteva camminare a piedi nudi, mangiare una coscia di polllo con le mani, seduta sul prato. Il rapporto con la natura era fonte indispensabile di vita, faceva lunghi weekend camminando nei boschi. La sua grande ultima battaglia? Per la salute. Il Covid l’aveva definitivamente convinta che il nostro cattivo comportamento con la natura aveva causato la pandemia. Diceva che si doveva vivere in maniera più semplice".
Quale insegnamento le resta? "Due. Non esistono gli ostacoli, se l’idea è buona spazza via ogni difficoltà. E poi la curiosità. Lei lo era, curiosa, degli altri, della gente, che fossero ministri o tassisti. Per capire come fare bene al mondo".
Milano come potrà ricordarla?
"Intitolandole subito una via. E riprenderei la bella abitudine della lapide da apporre sulle case dei cittadini illustri che raccontino al passante chi ha vissuto in quella casa e perché si è meritato di essere ricordato".
Avrà pure avuto qualche difetto. Non era una santa...
"Qualche difetto? Prepotente, severa, ti metteva spesso in imbarazzo. Ho pianto tre volte per le cose che mi diceva. Ma i genitori veri sono quelli che ti tolgono la pelle. Per me è stata come una seconda madre. Imperiosa. era di un’insistenza spaventosa. Ha fatto sbagli, certo, scegliendo figure clamorosamente inadatte per il Fai. Ma li riconosceva, dopo diverso tempo".
E quella volta a New York?
"Sabato sera, ero in campagna dai miei genitori. Mi chiama dicendomi di prendere l’aereo perché Gianni Agnelli avrebbe presentato insieme all’ambasciatore italiano il Fai a New York. Non ho potuto dirle di no...impossibile rifiutarsi".
Mancherà al Fai...
"Ha lasciato una traccia talmente forte che non avremo dubbi su come proseguire. Nel solco tracciato, di impresa culturale ma “di famiglia”. Come voleva lei". © RIPRODUZIONE RISERVATA