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"Addio allo sbarco in Ucraina E i russi innalzeranno barriere"

Stefano Cappi (RobyNails) "Avevamo contatti in corso con un distributore a Kiev. Poi è scoppiata la guerra..."

Dopo aver fatto il suo ingresso sul mercato russo, tre anni fa, la RobyNails di Segrate puntava a sbarcare anche in Ucraina. "Fino a due settimane prima della guerra avevamo contatti in corso con un distributore locale per vendere i nostri prodotti in Ucraina, in una rete di negozi per parrucchiere ed estetiste – spiega Stefano Cappi, general manager – ora ovviamente è tutto bloccato, con conseguenze negative anche sulla nostra economia". RobyNails, azienda specializzata in prodotti professionali per la ricostruzione e cura delle unghie, aveva iniziato a guardare verso la Russia tre anni fa, puntando su un mercato con "ottime potenzialità" di crescita. Grazie all’accordo con un distributore a Mosca, i prodotti cosmetici “made in Milano“ sono approdati sugli scaffali dei negozi e nei saloni di bellezza. Ordinativi ancora limitati, ma in crescita.

"Temiamo che questa situazione finirà per espellerci dal mercato russo – spiega Cappi – anche perché i russi a loro volta potrebbero innalzare nuove barriere all’ingresso e chiudersi agli scambi con l’estero, già non semplici prima della guerra. Abbiamo deciso di investire sulla Russia perché era un mercato interessante per le aziende del nostro settore, con ottime possibilità di crescita, e di recente si è aperta anche la possibilità di entrare in Ucraina". La RobyNails ha partecipato alla fiera della cosmetica a Mosca, e ha invitato il partner russo a Cosmoprof Bologna, in programma ad aprile. Contatti e appuntamenti d’affari mandati in fumo dal conflitto. "Temo che questa situazione non si risolverà a breve – sottolinea Cappi – per ora tutti i nostri contatti con quelle zone del mondo sono congelati. I nostri mercati di riferimento per l’export restano i Paesi dell’Unione Europea e Israele".

Una doccia fredda per la cosmesi italiana, che aveva superato la crisi innescata dalla pandemia ed era tornata a crescere. Numeri positivi dovuti, soprattutto, alle esportazioni. Il comparto industriale nazionale ha raggiunto infatti un fatturato globale di 11,7 miliardi di euro nel 2021, riprendendo a crescere di oltre il 10% rispetto al 2020 superando i valori pre-crisi. Anche per il 2022 si stimano incrementi del 6,5%. L’export nel 2021 è cresciuto del 13% rispetto al 2020, per un fatturato di 4,7 miliardi di euro. Per il 2022, si prevede un nuovo incremento del 7% delle esportazioni. Numeri diffusi alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina e della guerra. Fattori che minacciano la ripresa, già messa alla prova dall’aumento del costo dell’energia e delle materie prime.

Andrea Gianni