
Gianluca Vargiu, direttore del Centro di Forestazione Urbana
Il pastore Giuseppe Salvi, con il suo gregge, sono una tappa fissa al Parco di Chiaravalle da circa 7 anni. Da quando cioè il Comune di Milano ha affidato a Italia Nostra, col suo Centro di Forestazione Urbana, il compito di riqualificare l’area verde bonificandola dallo spaccio del famigerato “Boschetto“. "Quando siamo venuti la prima volta c’erano rifiuti dappertutto, comprese delle auto abbandonate. Abbiamo ripulito e creato un nuovo percorso per le mountain bike. Da allora quest’area è diventata uno dei percorsi preferiti dai ciclisti e sede di diverse iniziative, come Piano City" spiega Gianluca Vargiu, direttore del Centro di Forestazione Urbana.
Il pascolo degli animali è un’attività benemerita "che tutela la biodiversità dal momento che si riducono i tagli meccanici dei prati, favorendo la tranquillità della fauna selvatica", aggiunge Vargiu. "In Lombardia - puntualizza Carlo Belotti, responsabile del settore pastorizia per Coldiretti Lombardia – ci sono 5.200 allevamenti ovini, per un totale di circa 120mila capi. Sono quasi tutte pecore destinate alla produzione di carne, la razza più diffusa è quella gigante bergamasca, gli ovini da latte sono solo il 5%. Pastori transumanti sono ancora in attività soprattutto nelle province di Bergamo, Brescia, Como e Varese, solo nei territori orobici di pastori erranti se ne contano 109".
La migrazione stagionale delle greggi per la ricerca dei foraggi è una pratica millenaria. "Nel periodo invernale in genere il gregge pascola a fondo valle e in pianura dove si formano i ricacci vegetazionali (germogli, ndr) dopo la raccolta mentre nel periodo estivo le pecore si spostano fra gli alpeggi in montagna. In genere le difficoltà maggiori per i pastori si registrano in pianura a causa della viabilità e di un ambiente altamente urbanizzato che considera il transito un fastidio". Eppure la transumanza contribuisce a monitorare il territorio e a salvaguardare l’ambiente. Non a caso nel 2019 è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco", ricorda l’esponente di Coldiretti. Nonostante le difficoltà della Fattoria Italia - che nell’ultimo decennio ha perso circa un milione di pecore e agnelli secondo i numeri diffusi da Coldiretti – di recente si registrano alcuni segnali positivi "con l’inserimento di nuove generazioni", precisa Belotti. Rimane un problema la questione della lana: "Quella grezza non ha alcun valore e se non è sottoposta a lavaggio da materia prima tessile diventa rifiuto speciale da smaltire. Fino al 2018 c’era un grosso centro lavaggio in Val Seriana che serviva tutto il centro nord, ma ha chiuso".