I colleghi gli tributeranno l’ultimo saluto domattina alle 11 alla chiesa di San Giorgio a Limbiate. Saranno in tanti, c’è da scommetterci. E molti di loro non riusciranno a trattenere le lacrime per l’addio al commissario capo Mauro Antignano, scomparso improvvisamente venerdì pomeriggio all’età di 58 anni. Un poliziotto che ha lasciato un segno indelebile in ogni posto in cui ha lavorato: prima alla sezione "Criminalità straniera" della Squadra mobile e poi alla guida dell’investigativa delle Volanti nel periodo segnato dall’indagine sugli assalti all’acido della "coppia diabolica" formata da Alexander Boettcher e Martina Levato. Un professionista sempre in prima linea, tranne quando si trattava di prendersi il merito di un’operazione o di una retata arrivata a valle di un lavoro lungo e meticoloso: soltanto in quel momento, Antignano faceva un passo indietro, preferendo restare nell’ombra. Da qualche anno, era in servizio al commissariato Lambrate: si occupava in particolare del Cpr, il centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli. Con il solito entusiasmo. E con quel sorriso che palesava istantaneamente all’interlocutore la sua bontà.
CronacaAddio Antignano poliziotto gentile in prima linea