Dal ring ai pennelli, dalla boxe all’arte. Omar Hassan (nella foto) è tra i massimi esponenti dell’action painting in Italia e le sue opere hanno fatto il giro del mondo, da New York a Londra, l’ultima mostra, "Punctum" a Palermo a Palazzo dei Normanni. Ma ora per presentare la sua autobiografia, "Per le strade" (Baldini e Castoldi) sceglie casa: Pioltello. Nelle pagine, la rinuncia a una carriera sportiva da boxeur per colpa di un grave diabete e la svolta culturale. Guantoni archiviati per la tavolozza, ma non del tutto per l’artista che prende a pugni le tele. Il 18 novembre alle 18 in sala consiliare si racconterà al pubblico senza filtri. Lui, madre italiana e padre egiziano, lancia il messaggio della tolleranza soprattutto ai giovani. "Sono cresciuto in mezzo a due culture e questo mi ha fatto nascere dentro una profonda curiosità per il nuovo, il diverso", racconta. La brillante carriera da pugile professionista si interrompe a 19 anni con la malattia e Hassan si reinventa. Entra a Brera e inizia la gavetta nelle gallerie, esordendo a 23 anni.
Da allora si è conquistato uno spazio sempre più importante nel panorama dell’arte contemporanea, esponendo in Italia - Torino, Milano, Napoli, Venezia - e all’estero, Tokyo, Miami, Singapore, Berlino. Senza mai dimenticare il passato, la boxe, nobile arte, celebrata in una serie di 121 grandi tele su fondo bianco e nero, tutti pezzi unici: 121 è il numero di round disputati da Omar nella sua prima vita. Nel libro, una lezione di integrazione che dice molto a tutti "in un momento storico che ha più che mai bisogno di evidenziare la pace e la bellezza delle culture - sottolinea il pittore -. Pioltello è il quartiere in cui ho scelto di vivere e lavorare, la mia base italiana perché ha una realtà periferica forte che in qualche modo vorrei supportare soprattutto a livello culturale".
Bar.Cal.