FABRIZIO
Cronaca

Adesso spiegatelo ai bambini

Fabrizio

Lucidi

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, lo disse in modo colorito, in una telefonata (intercettata) di 5 anni fa con un dirigente sportivo. "Se me porti su il Carpi, se me porti squadre che non valgono un c... noi tra 2-3 anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti tv?". Da lì fiumi d’inchiostro, polemiche, grida allo scandalo degli opinionisti “un tanto al chilo“, frustrazione - quella sì, sincera - dei tifosi. Cinque anni dopo, siamo ancora lì. Fermi all’unico voto che conta: quello al “dio denaro”. Juve, Milan, Inter in Superlega. Dopo di loro, il diluvio. Per gli altri.

Ma chi spiegherà ai bambini di oggi e domani, quei pochi che ancora crescono e cresceranno a pane e pallone nelle strade, all’oratorio o nei piccoli club (i più ormai giocano sul divano, davanti a pc e console...), sognando con la maglia dell’Atalanta, della Lazio, del Napoli o del Torino, che la loro squadra non potrà mai aspirare a competere per la “nuova” Coppa Campioni? Perché il super-trofeo dovrebbe diventare un salotto ricco e chiuso, che vieta i sogni ai piccoli e riempie di miliardi - sì, miliardi, non milioni - i soliti noti. E chi spiegherà ai tifosi di Brescia, Monza, Verona o Palermo che le loro “povere“ squadre non potranno mai pensare di competere con la triade rifornita di continuo di con soldi, sponsor e sfilze di giocatori top? Ma di questo, ai piani alti dei club da Superlega, nessuno si cura. I sogni non generano fatturati, non producono show business. Lorsignori bollano le critiche come robe da “passatisti”, ingenui nostalgici delle maglie da 1 a 11, della radiolina la domenica pomeriggio per ascoltare le partite e delle sfide all’ultimo sangue delle “big” a casa delle “piccole”. Mai più un Verona, un Leicester o un Lille. Muoia Davide, vinca Golia. I sogni trasformati in banconote e certezze. Sarà... Ma io resto convinto che i veri tifosi resteranno sempre dalla parte del cuore, non del portafogli. E non bisogna mai togliere ai bambini il diritto di sognare.