FEDERICO DEDORI
Cronaca

Adidas, annunciati 41 licenziamenti: la protesta contro i tagli

Lavoratori in piazza a Milano: "Trovate soluzioni alternative"

Picchetto davanti allo store Adidas di corso Vittorio Emanuele

Picchetto davanti allo store Adidas di corso Vittorio Emanuele

Milano, 19 dicembre 2019 - I lavoratori di Adidas sono scesi in piazza contro il licenziamento collettivo deciso dall’azienda. Dopo essersi ritrovati alle 13,30 nel parcheggio della sede monzese in via Monte San Primo si sono mossi verso lo store della multinazionale nel cuore di Milano in via Vittorio Emanuele II dove hanno organizzato un presidio dalle 15,30 alle 17,30. "L’intenzione di procedere al licenziamento riguarda 41 lavoratori – racconta Matteo Moretti, segretario Filcams Cgil Monza Brianza –. 35 a Monza, 4 a Roma e 2 a Padova dopo la riorganizzazione in ambito europeo". Bandiere, fischietti e megafoni alla mano i lavoratori hanno scioperato e manifestato in centro. "Abbiamo scelto questo negozio perché è il più visibile, vogliamo mostrare alla cittadinanza questo problema – continua Moretti –. I licenziamenti non hanno alcuna base logica proprio perché l’amministrazione ci ha comunicato che il 2019 sarà un anno record. In Italia infatti il fatturato è cresciuto del 15% lo scorso anno e l’utile è stato quasi di 10 milioni di euro".

Alla base dei licenziamenti, lo spostamento di alcune attività: "La maggior parte dei tagli riguarda l’area finanza, perché l’azienda intende spostare questa attività in Portogallo, è una vera e propria ingiustizia, bisogna tutelare le persone", spiega il segretario della Filcams Cgil. Già lo scorso anno nell’azienda c’era stata una riorganizzazione: "Inizialmente prevedeva 24 esuberi – dice Alessandro Ambrosanio, rappresentante sindacale di Adidas Italy –. Un’operazione che però si era conclusa con un accordo sindacale che aveva fatto scendere a 17 gli esuberi. L’azienda sta puntando sull’e-commerce dimenticando totalmente chi lavora già all’interno di Adidas". Appello alle istituzioni: "Serve supporto della commissione regionale Attività Produttive della regione Lombardia e urge aprire un tavolo di confronto al ministero dello Sviluppo Economico" è sicuro Matteo Moretti.