MILANOGli adolescenti trascorrono in media due mesi l’anno sui social e nelle chat: a tanto ammonta il tempo “virtuale“ se si proietta la media giornaliera su 365 giorni. A inquadrare il fenomeno della dipendenza dal web e i rischi connessi - dati e segnalazioni alla mano - è Fondazione Carolina con il suo servizio di Pronto intervento cyber, RE.Te. - REscue TEam. Che nel biennio scolastico 2022-23 è stato chiamato a svolgere oltre 250 interventi continuativi a supporto di studenti e famiglie.
Il 40% delle segnalazioni ricevute, a livello nazionale, riguarda episodi di cyberbullismo tra pari mentre in un caso su quattro si è trattato di cyber attacchi contro docenti; il 14% delle segnalazioni era per gruppi illegali su Telegram, l’11% per episodi di sexting e il 5% per adescamento e violazione della privacy; il 3% per revenge porn. Il 25% dei casi è avvenuto in Lombardia, con la cintura di Milano in testa. Qui il servizio di Pronto intervento Cyber di Fondazione Carolina si è occupato di 26 casi di cyberbullismo tra pari (il 9,4% sul dato nazionale) e 17 azioni nei confronti dei docenti (6.1%); è dovuto intervenire per otto casi di sexting (2,9%), due episodi di revenge porn e quattro gruppi Telegram illegali. Dopo la regione Lombardia ci sono Piemonte e Lazio, con il 15% circa degli episodi segnalati.
"La media nazionale dei giovani a rischio dipendenza da web si attesta sugli 82 punti percentuali – spiegano ancora dalla Fondazione Carolina –. La fascia degli under 14 è la più esposta: fino ad otto ore al giorno online (orario scolastico escluso). Noia, solitudine, frustrazione e assenza di regole sono alla base di questo fenomeno". Insieme ai pericoli dietro l’angolo, "isolamento, alienazione, adescamento, polarizzazione, ludopatia, sexting e challenge estreme". E l’esposizione non si ferma nel weekend, anzi aumenta. Durante le vacanze i ragazzi hanno trascorso circa dieci ore al giorno online.
Il 30% dei ragazzi presenta o ha superato disturbi legati ad ansia e malessere. "Gli esperti del web parlano di “mental breakdown”, cioè una crisi emotiva, spesso irrazionale e dalla durata indefinita. Le nostre statistiche attestano tre ragazzi su quattro coinvolti, direttamente o meno, in episodi legati all’utilizzo scorretto o inconsapevole del Web. Un dato superiore al trend fotografato dal Censis prima del Covid-19", spiegano da Fondazione Carolina che per prima ha parlato di quel “Deserto emotivo” che le giovani generazioni sono chiamate ad attraversare. "Emozioni, equilibrio, relazioni e aspettative sono diventati zaini troppo pesanti sulle spalle delle nuove generazioni – sottolinea Ivano Zoppi, segretario generale –. Così la normalità diventa una chimera da inseguire anche nella dimensione digitale, alla ricerca di affermazione, conforto e identità. Milioni di ragazzi che cercano se stessi nelle chat, sui social network o nelle interminabili live su Twitch e Youtube. Come in un gigantesco studio di uno psicologo, aperto h24, dove potersi rifugiare dalla realtà, sempre più scomoda e lontana". E sempre prima: quattro ragazzi su 10 hanno ricevuto il primo smartphone prima dei 10 anni di età. Oltre il 50% afferma che i genitori sanno poco o nulla sul significato di sexting (l’invio di messaggi intimi, foto o video tramite chat), vamping (privazione del sonno perché si resta connessi) e grooming (adescamento di minori in rete).Si.Ba.