ROSARIO PALAZZOLO
Cronaca

Affitto caserma, i conti non tornano

Il Comune fa causa alla Prefettura per ottenere il pagamento di oltre mezzo milione di arretrati reclamati

di Rosario Palazzolo

Il Comune di Cinisello Balsamo ha deciso di fare causa alla Prefettura. Può apparire paradossale, ma la delibera che dà avvio all’azione giudiziale è stata assunta dalla giunta pochi giorni prima di Natale (assente l’assessore alla Sicurezza Bernardo Aiello, che fino a due anni fa era comandante dei carabinieri).

Alla base del contenzioso c’è una presunta “morosità“ che l’ente governativo avrebbe accumulato nei confronti del Comune per il pagamento dei canoni di locazione dell’edificio che ospita la caserma dei carabinieri, in via Pecchenini.

Un conto parecchio salato, visto che si parla di circa 505mila euro che la Prefettura non avrebbe versato al Comune in un periodo dal 2007 al 2013 e che annovera sia i canoni non versati che Iva e interessi.

Leggendo la delibera con cui il Comune chiama in causa la Prefettura, si realizza immediatamente che non si tratta di un classico caso di “morosità colpevole“, piuttosto di un complicato nodo legale creato dalle complesse procedure che regolano i contratti pubblici e aggravato dagli sterminati tempi della burocrazia che hanno trascinato questa vicenda sorta nel 2007. Il fatto è piuttosto semplice: Fino al 2007 la Prefettura aveva pagato un canone annuo di 25mila euro per la caserma dei carabinieri, la più grande d’Italia per numero di militari impiegati. Alla scadenza del contratto le parti avevano convenuto un aumento fino a 170mila euro annui, frutto di una perizia condivisa tra Comune e Ministero dell’Interno. Tuttavia, i tempi per il passaggio delle carte tra Comune, Prefettura e Ministero, si sono dilatati fino al 2010; inoltre, successivamente, le procedure per la spendig review hanno imposto tagli al canone per ridurlo fino a 130mila euro.

Tutto ciò ha finito per determinare un enorme stato di incertezza, nel quale il Governo ha continuato a pagare solamente la parte del canone che riteneva congrua. A questo punto si è determinato il muro contro muro: da un lato il Comune, forte di un parere della Corte dei Conti che ritiene impossibile cancellare i crediti già richiesti alla Prefettura. Dall’altro la Prefettura, forte di un parere ministeriale che non solo ritiene non dovuta la parte di canone non versata, ma ritiene nulla la richiesta dell’Iva per quasi 127mila euro, in quanto non applicabile nei contratti tra enti pubblici.

Insomma un vero pasticcio che, secondo la delibera comunale, dovrà essere ricomposto davanti a un giudice, ma che rischia di incrinare i rapporti di collaborazione tra Comune e Prefettura in un momento molto delicato per il Comune.