MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Aspirante chef pugliese cerca casa a Milano, la risposta? "Non affittiamo ai meridionali"

Fabio de Pinto, 27 anni, trova un annuncio e resta gelato: nemmeno a stranieri

Fabio De Pinto

Milano, 6 novembre 2018 - «Sono molto interessato, vorrei vedere il monolocale. Sono un ragazzo di 27 anni con reddito, tranquillo, e andrei a vivere da solo. Attendo una sua risposta, grazie mille». La risposta non si è fatta attendere: «Buongiorno. Non affitto a extracomunitari e a persone del sud italia» (con l’iniziale minuscola). E ha lasciato di sasso il ragazzo, Fabio De Pinto, 27 anni, arrivato a Milano da Bari due mesi fa con il sogno di diventare chef. Frequenta un’accademia di cucina in zona Bovisa e come migliaia di altri lavoratori e studenti fuori sede è in cerca di un punto d’appoggio all’ombra della Madonnina. «Mai mi sarei aspettato di ricevere una risposta del genere, su una chat privata – racconta –. All’inizio ho cercato di lasciar perdere, poi però ho pensato che altre persone, magari più fragili di me, avrebbero potuto trovarsi nella stessa situazione e soffrirne. Così ho denunciato pubblicando la conversazione su Facebook».

Risultato: migliaia di messaggi, quasi tutti di solidarietà e qualcuno «fuori dal coro, d’accordo col razzista». «Ma io non mi arrendo: giudico questa persona stupida e ignorante, oltre che razzista. Non mi sento solo: negli ultimi giorni decine di persone mi hanno proposto case da affittare, sono emozionato e ringrazio tutti». Il fatto risale a qualche giorno fa. De Pinto si è iscritto ad alcuni gruppi su Facebook che mettono in contatto chi propone appartamenti o stanze da affittare con chi è in cerca di case. «Un annuncio sembrava fare al caso mio: un monolocale in zona Bovisa, a 570 euro al mese. Così ho scritto subito in privato al proponente, dicendomi interessato. Non ho ricevuto risposta né la prima e né la seconda volta. Non appena ho visto ricomparire l’annuncio una terza volta ho inviato un nuovo messaggio. E a quel punto mi sono trovato davanti quelle parole. Non avrei mai pensato di imbattermi in questo tipo di discriminazione». Lui, che ha scelto Milano come città per realizzare il suo sogno dopo aver mollato un lavoro sicuro nel reparto contabile di un’azienda di trasporti al porto di Bari. «Non era ciò che desideravo. Voglio diventare uno chef».

Nonostante il messaggio, Milano continua a essere la sua «città dei sogni». Lo dice lui stesso: «Ora sono ospite di amici in attesa di trovare una sistemazione». Non ha mai visto di persona l’autore del messaggio, «non so nemmeno se quel profilo sia vero. Fatto sta che dietro lo schermo c’è una persona reale che ha scritto una frase ignobile giocando con la sensibilità di chi è in cerca di sogni fuori casa. Lottiamo insieme contro i luoghi comuni, al sud come al nord».