
Severini Melograni Cara , leggo dovunque un termine nuovo: ”ageismo” una parola che ricorda ateismo insomma che mi dà una...
Severini Melograni
Cara , leggo dovunque un termine nuovo: ”ageismo” una parola che ricorda ateismo insomma che mi dà una sensazione negativa: ma la vecchiaia è ormai paragonabile a una malattia? Io francamente credevo fosse una fase della vita.
Tanti saluti, Aldo
Gentile signor Aldo, questa nuova parola, che certamente prima non esisteva, infastidisce un po’ anche me e quindi mi sono messa a studiare e ho scoperto che è stata coniata da Robert Butler e che invece è una parola “utile” che può essere declinata in tre modalità: l’Ageismo istituzionale "quando è perpetrato nel tempo da una o più istituzioni". L’ageismo interpersonale, "che riguarda i rapporti e le interazioni nella e della società". Infine, l’Ageismo ”internalizzato” ossia "rivolto nei confronti di se stessi". Insomma, come scrive lo psichiatra Marco Trabucchi nel suo utile e bel libro intitolato proprio “Ageismo“ per le edizioni il Margine, si tratta di una malattia cronica delle società contemporanee che, con un terribile ritorno indietro, limitano diritti e protezione sociale (e affettiva) delle categorie più fragili a cominciare proprio dagli anziani. Mentre lei sa che dobbiamo in primo luogo affrontare la realtà di una società occidentale sempre più anziana e super anziana e che dobbiamo non solo ragionare sul porre al centro della convivenza civile ruolo e scelte delle comunità per testimoniare, sempre, il valore e l’importanza di ogni persona. Torneremo presto e più a lungo su questo tema, intanto noi combattiamo, anche attraverso questa piccolissima rubrica, tutti insieme, contro l’ageismo.
Sua, nonna
mail: severini.paola@gmail.com