Milano, 30 ottobre 2019 - La faccia gonfia , il naso fratturato, i lividi. «Sono stato aggredito da un occupante abusivo. Ora vivo nella paura, temo per la mia incolumità. Chiederò un cambio di alloggio, a malincuore, perché non vorrei lasciare la casa che ho rimesso a nuovo con tanti sacrifici nell’arco di 12 anni». Fabrizio Mazzantini, 53 anni, abita in un bilocale del caseggiato Aler di via Lorenteggio 183. Una zona difficile, bersagliata dalle occupazioni, al centro di un processo di riqualificazione che si muove a piccoli passi. «La realtà è che tra palazzoni vuoti in attesa delle demolizioni e altri pieni di alloggi sfitti continuamente presi di mira, gli inquilini perbene hanno vita difficile». Un concetto che per lui si è concretizzato lo scorso mercoledì, quando è stato aggredito ed è finito all’ospedale rimediando 45 giorni di prognosi.
«La notte tra martedì e mercoledì – racconta – non riuscivo a dormire perché sentivo dei rumori fortissimi, dovuti a un’occupazione in corso in un’altra scala. Al mattino ho visto una donna all’ingresso della palazzina interessata, senza più la porta, mi sono avvicinato e le ho fatto presente che la notte non avevo chiuso occhio a causa dei rumori. Pensavo fosse finita lì». E invece il peggio doveva ancora arrivare: «Rientrando dal lavoro alle 16, mi sono fermato a parlare con la custode dello stabile. Il discorso è scivolato in fretta sull’occupazione della notte prima e ho saputo che, nonostante l’intervento di polizia e ispettori Aler, l’alloggio era rimasto invaso. In quel momento in cortile è entrato un uomo di corporatura robusta, che parlava al telefono. Cercava una persona corrispondente alla mia descrizione, io sentivo tutto. Con gentilezza, gli ho chiesto se cercasse me. Lui mi ha risposto “sì, ce l’ho con te, sbirro. Mia moglie è incinta“. Mi ha insultato, mi ha spinto contro la cancellata e mi ha sferrato un pugno al volto. Io mi sono appoggiato a un’auto, lui continuava a colpirmi con calci e pugni. Nello stesso tempo è uscita di casa la stessa donna con cui avevo parlato al mattino, confermando all’uomo che ero io la persona che cercava. Solo la custode e il mio compagno sono intervenuti, nonostante ci fossero più persone lì attorno».
Poi le minacce: «Quell’uomo mi ha fatto sapere che ha una pistola, mi ha minacciato di morte». Il 53enne è riuscito a rifugiarsi in portineria in attesa dell’ambulanza che lo ha accompagnato al San Carlo: «I medici hanno riscontrato una frattura scomposta delle ossa nasali, contusioni facciali multiple e al cranio, con ematomi al cuoio capelluto, oltre a una contusione toracica con ematomi». Il giorno dopo, Mazzantini ha sporto denuncia per lesioni gravi al commissariato Lorenteggio: «L’aspetto positivo di questa storia è che l’alloggio occupato è stato liberato». Ma non è finita, «perché poi ho ricevuto messaggi vocali, sempre di minacce, su Messenger. E ho presentato una seconda denuncia domenica».