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Aggressione alla Brigata ebraica. Arrestato un ventunenne egiziano. Il gip: divieto di dimora a Milano

Per l’egiziano, irregolare, pure il nulla osta all’espulsione. Altri 8 denunciati per istigazione all’odio razziale. Quartapelle (Pd): "Noi soli per minuti prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, chiederò conto a Piantedosi".

Aggressione alla Brigata ebraica. Arrestato un ventunenne egiziano. Il gip: divieto di dimora a Milano

MILANO

Il day after è indigesto anche per chi avrebbe preferito archiviare il corteo del 25 Aprile di Milano come la bellissima festa dei centomila, obliterando le contestazioni dei filopalestinesi (pure al discorso antifascista di Antonio Scurati) e, soprattutto, l’aggressione razzista alla Brigata ebraica in piazza del Duomo: insulti e sputi, calci e pugni, sediate e bastonate da parte di un gruppo di giovani nordafricani coi capelli rasati alla moda e maglie di squadre di calcio che stazionavano in un fast food. Non partecipavano al presidio a mero scopo contestazione di Giovani palestinesi, “Unione democratica araba palestinese“, Carc, Potere al popolo e alcuni centri sociali - né, certamente, alla Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo che sarebbe stata oggetto della celebrazione -, ma alla vista della stella di David hanno assalito lo spezzone, già bersagliato dai contestatori proPal lungo il percorso, che era aperto dallo striscione di Sinistra per Israele.

Con scritto: "Due popoli, due Stati", "è stato tagliato in più punti", denuncia la deputata del Pd Lia Quartapelle, che era lì a portarlo. E annuncia, sui social, che chiederà conto al ministro dell’Interno dell’intervento delle forze dell’ordine, arrivate, sostiene, "dopo parecchi minuti" in cui c’era il cordone dei City Angels a difendere "il nostro spezzone, con anziani e ragazzi minorenni, aggredito da giovanissimi con bastoni e oggetti da taglio". Un coltellino è stato trovato dalla polizia addosso a uno dei tre minorenni su otto denunciati per istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa ma benché in particolare esponenti di FdI (ultimo, ieri, il deputato Andrea Pellicini) insistano a rilanciare la versione smentita di un "accoltellato", a ieri non c’era prova che sia stato usato per ferire qualcuno.

Invece un 21enne egiziano è stato sicuramente arrestato per aver ferito un addetto alla sicurezza della Brigata con un bastone. "Siamo stati lasciati soli", accusa Quartapelle annunciando che presenterà "una interrogazione al ministro Piantedosi, per chiedere perché le forze dell’ordine non abbiano costantemente scortato chi portava la stella di David in manifestazione".

"Diciamo una cosa semplice: portare la stella di Davide ai cortei del 25 Aprile sta diventando impossibile, anche se rappresenta i cinquemila ebrei che parteciparono alla lotta di Resistenza. Insulti, spintoni, aggressioni, in quanto rappresenti quella stella in una manifestazione che onora la libertà e la liberazione dalla violenza fascista e dall’antisemitismo", è il commento amaro di Emanuele Fiano, figlio di Nedo, scomparso nel 2020, che era sopravvissuto ad Auschwitz ed è stato uno dei più importanti testimoni della Shoah. Emanuele Fiano, candidato col Pd alle Europee, è co-fondatore di Sinistra per Israele in cui milita Quartapelle, che fa anche "appello alle forze della politica e della società civile" perché "si impegnino a scortare lo spezzone ebraico e recuperino il senso del 25 Aprile. L’ottantesimo anniversario non sia un corteo contro l’Occidente né occasione di abusare della libertà di manifestazione e di parola, insultando i partecipanti “sgraditi”, ma il momento in cui ricorderemo la scelta libera, democratica, europeista e occidentale dell’Italia".

"L’aggressione è una ferita all’intero 25 Aprile", concorda il direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano Davide Romano, e sottolinea anche come "la legittimazione di gruppi ProPal con pulsioni antidemocratiche ha avuto il risultato di riempire piazza Duomo di minoranze di fanatici pro Hamas, pro ayatollah iraniani, pro Putin e pro Erdogan. Noi che ci siamo schierati dalla parte della democrazia, che volevamo ricordare la Resistenza della Brigata ebraica e degli ucraini in Italia, oltre che portare con noi i dissidenti di oggi iraniani, russi e eritrei, siamo stati aggrediti. C’è evidentemente qualcosa che non va". "Anche questo 25 Aprile è passato come un rullo compressore su una Repubblica fragile e disunita, approfondendone le fratture e lacerandone la memoria", commenta Carlo Calenda, leader di Azione, che pure sfilava con la Brigata ebraica.