Milano - Il primo contatto sul tram 24 : i ragazzini si avvicinano in gruppo alle due liceali appena salite a bordo e le accerchiano. La scusa di fare una foto e le avance che si fanno sempre più spinte e volgari. I giovanissimi sconosciuti che fanno leva sulla forza del branco e si avvicinano sempre di più, pur stando attenti a non attirare troppo l’attenzione degli altri passeggeri, che apparentemente non si accorgono di nulla e non intervengono. Al capolinea scendono tutti: le minorenni devono aspettare l’autobus che le porterà in un Comune dell’hinterland, a completare un tragitto di andata e ritorno che percorrono tutti i giorni per raggiungere il liceo milanese che frequentano. Ed è lì che scatta l’assalto: almeno in due le palpeggiano; gli altri contribuiscono a creare quel clima di paura e sopraffazione che paralizza ogni reazione e le tengono ferme sulla panchina, spingendo sulle ginocchia per costringerle a restare sedute.
È il film dell’aggressione andata in scena il 29 marzo scorso in fondo a via Ripamonti, in un’area in quel momento deserta. Di quella violenza sessuale di gruppo sono ora accusati quattro adolescenti stranieri che frequentano un istituto della zona, arrivati in Italia senza genitori e per questo ospitati in strutture di accoglienza per minori non accompagnati: a due di loro, un quattordicenne e un quindicenne entrambi di origine egiziana, ieri mattina i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Monforte e della stazione Vigentino, coordinati dal capo della Procura per i minorenni Ciro Cascone e guidati dal tenente Luca Merella e dal maresciallo Antonio Falivene, hanno notificato un provvedimento cautelare di collocamento in comunità; gli altri due, un quindicenne egiziano e un diciassettenne albanese, risultano indagati, mentre il quinto complice non è stato ancora identificato. La sequenza inizia attorno all’ora di pranzo: come ogni giorno, le due studentesse escono da scuola e si incamminano verso la fermata del 24. Ci salgono e dopo pochi secondi si imbattono nei cinque coetanei, che non hanno mai visto prima. L’approccio è quasi immediato, inizialmente per qualche scatto con lo smartphone.
Le quindicenni cercano di far finta di nulla, ma i ragazzini si fanno via via più insistenti: allungano le mani, sono minacciosi, non si allontanano. Attorno a loro ci sono altre persone, che però, evidentemente, non percepiscono il pericolo e non comprendono la potenziale gravità della situazione. Quando scendono al capolinea Vigentino, le amiche impaurite accelerano il passo per raggiungere la pensilina dell’autobus che le riporterà a casa: forse pensano che sia finita lì, che i molestatori le lasceranno in pace. Non è così: i cinque le seguono e le aggrediscono, in modo ancor più pesante. Baci sulle labbra contro la loro volontà, palpeggiamenti nelle parti intime e richieste pressanti di fare foto. L’incubo va avanti per due interminabili minuti, poi arriva il pullman e il gruppo sparisce nel nulla. Le vittime, sotto choc, trovano comunque la forza di raccontare tutto ai genitori, che già in serata le accompagnano alla stazione Vigentino per sporgere denuncia: lì, in audizione protetta e col rassicurante sostegno di una carabiniere donna, ricostruiscono l’accaduto.
La tempestività della segnalazione si rivelerà fondamentale per gli investigatori, che ottengono importanti riscontri dall’analisi dei filmati delle telecamere installate nella zona e dalle testimonianze di alcune persone presenti sul 24 e del conducente (che hanno ricordato la presenza del gruppo sul tram). Poi parte un lungo lavoro di identificazione dei presunti autori, che vengono rintracciati e denunciati. "L’attività odierna – tengono a sottolineare dal Comando provinciale di via Moscova – si inserisce nell’ambito dei servizi e dei controlli per la campagna di sicurezza sui mezzi pubblici, che vede l’Arma e Atm impegnati in prima linea".