MILANO – L’orario della dashcam posteriore segna l’1.53 e 56 secondi. Notte tra mercoledì e giovedì, il filmato parte dall’incrocio tra via Lulli e via Costa, a due passi da piazzale Loreto. La telecamera interna dell’auto bianca di Antony Cafasso, 51 anni di cui 16 anni passati al volante e delegato regionale di Uritaxi, registra la svolta a sinistra di una Clio grigia. I semafori sono lampeggianti. Il conducente si ritrova davanti la Renault e la supera a sinistra prima dell’angolo con via Bambaia, ma l’altro scarta nella sua direzione e lo costringe a invadere la carreggiata opposta.
Finita lì? No, perché a quel punto l’altro automobilista accelera e aziona a intermittenza gli abbaglianti. “Ho capito che mi stava venendo dietro – racconta al Giorno il cinquantunenne – ma io sono andato dritto per la mia strada”. In pochi secondi, i due si ritrovano in corso Buenos Aires: il taxi davanti e la Clio subito dietro. Al semaforo rosso all’incrocio con via Giovanni da Palestrina, la Renault si affianca a destra: “Perché mi suoni? Perché mi suoni?”, urla il conducente. “Perché ti sei spostato”, replica Cafasso. “No, perché sei un c. di tassista di m. che vuole ogni volta essere prepotente. Ricordati che stavolta ti va bene: la prossima volta ti becchi una ciapponata (coltellata in dialetto milanese, ndr), la prossima volta ti becchi una ciapponata”.
Le auto ripartono, ma dopo poche decine di metri succede qualcosa: la Clio sterza all’improvviso verso sinistra e sperona il taxi, colpendolo tra il paraurti e la portiera posteriore destra. “In quel momento, stava arrivando uno scooter contromano da via Mercadante – prosegue Cafasso – ma sono riuscito a raddrizzare la macchina e a restare in strada”. La Clio si schianta sul marciapiedi, ma riprende subito la marcia.
Il tassista, per paura di essere nuovamente tamponato, brucia il rosso all’angolo di via Pergolesi e si dirige rapidamente verso un bar di corso Buenos Aires solitamente frequentato dai colleghi del turno di notte. “Volevo evitare a tutti i costi il corpo a corpo, ho temuto che fosse armato”, il racconto del cinquantunenne. A quel punto, il conducente della Renault svolta a destra in via Boscovich. “Ho presentato denuncia – chiosa Cafasso –. Quello ce l’aveva con i tassisti: non sarebbe cambiato nulla se ci fosse stato qualcun altro al posto mio. Non si può rischiare così senza aver fatto nulla”.