Milano – In dieci contro sette. Gli aggrediti conoscono alcuni degli aggressori, coetanei: sono cresciuti nella stessa zona, al Giambellino. Il raid va in scena lo scorso 27 ottobre al campetto da basket di via degli Anemoni, tra Inganni e Primaticcio: spintoni, calci e pugni per rapinare un paio di monopattini e un cappellino.
A tre mesi da quel blitz violento, costato a uno dei giovanissimi picchiati la frattura delle ossa di un piede e una prognosi di trenta giorni e ai suoi amici lividi e contusioni, gli agenti del commissariato Lorenteggio, guidati dal dirigente Paolo Catenaro, hanno chiuso il cerchio: quattro minorenni di età compresa tra 15 e 17 anni, figli di genitori albanesi, marocchini e romeni, sono stati sottoposti alla misura cautelare della permanenza in casa (l’equivalente dei domiciliari per i maggiorenni), in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip Paola Ghezzi su richiesta del pm Elisa Salatino. Un quinto identificato, destinatario del provvedimento restrittivo, si trova all’estero ed è tuttora ricercato dalla polizia.
Subito dopo il blitz, gli adolescenti si sono presentati in commissariato accompagnati dai genitori per sporgere denuncia, indicando pure i nomi di alcuni possibili sospettati del gruppo di baby rapinatori (che quel giorno lanciarono anche bottiglie per coprirsi la fuga). Le indagini sono partite proprio da quelle indicazioni, trovando rapidamente riscontri e riuscendo a collocare i cinque indagati in via degli Anemoni nel momento in cui sono avvenuti l’accerchiamento e il successivo pestaggio. Dopo aver saputo dell’inchiesta in corso, i minorenni avrebbero anche minacciato i coetanei, intimidendoli per costringerli a ritirare le querele. Tentativo fallito. Nel corso delle perquisizioni, gli agenti hanno pure recuperato i monopattini rubati, che sono stati restituiti ai legittimi proprietari.