In Lombardia sono "in leggero aumento" le aggressioni al personale sanitario, chiarisce l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso a margine di un convegno ospitato dal Consiglio regionale lombardo al belvedere Jannacci del Pirellone, organizzato da Onsip (che sta per “Organismo nazionale professionisti sicurezza e privacy“) e dal sindacato Ugl Salute. Che annunciano fin dal sottotitolo un "bollettino di guerra", denunciando un aumento del 33% delle aggressioni nel 2024 in Italia e del 25% in Lombardia, ma basandosi su dati di Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), Unem (Unione medica euromediterranea) e del "Movimento internazionale Uniti per unire" che censiscono meno di 26 mila casi in tutto il Paese, quando nella sola Lombardia il primo report dell’Acss (Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo) che ha per legge regionale il compito di monitorare il fenomeno registrò sul 2019 ben 24.609 episodi.
I numeri dipendono evidentemente anche dal sistema di raccolta e classificazione (oltre che dalla propensione a segnalare episodi per i quali fortunatamente c’è più sensibilità rispetto al passato); quelli su cui si basa la Regione sono raccolti con questionari a strutture sanitarie pubbliche e private accreditate e operatori delle cure primarie e poi elaborati dall’Acss. Che per l’anno 2023, con un diverso sistema di conteggio rispetto alle origini, ha registrato 4.836 aggressioni di ogni tipo (dagli insulti alla violenza con arma) a operatori sanitari in Lombardia. Fatti che in ogni caso "non possono e non devono essere tollerati – scandisce il presidente del Consiglio regionale Federico Romani, di FdI –. Le istituzioni devono mettere in campo misure sempre più efficace". La ricetta di Bertolaso per affrontare quella che non definisce un’emergenza, ma "un problema molto serio e grave", è "un lavoro di squadra che combina prevenzione e gestione delle situazioni critiche".
Sul fronte prevenzione l’attenzione è in primis ai pronto soccorso, i più colpiti da un fenomeno non sempre collegato, ma certo esacerbato dal sovraffollamento: "Lavoriamo per ridurre le attese con percorsi dedicati ai pazienti più gravi" ma anche rinforzando le risposte sul territorio "che dovrebbero fare da filtro per non intasare" gli ospedali di casi "inappropriati", e pure a monte: "Grazie a una massiccia campagna antinfluenzale (in Lombardia si sono superati i due milioni di vaccinati, ndr) e alla somministrazione dell’anticorpo monoclonale (contro il virus sinciziale, ndr) ai nati dal 2024 abbiamo una situazione molto migliore" rispetto agli anni passati in questo periodo.
A valle invece, di fronte a "eventi che purtroppo è difficile eliminare del tutto quando sono legati a situazioni di disagio psicologico o alterazione da sostanze, abbiamo stretto accordi con Questure e Prefetture e in due anni siamo passati da avere un posto di polizia nel 15% degli ospedali a coprire oltre il 50% di quelli pubblici - continua l’assessore –. E cerchiamo di applicare bene normative che sono eccellenti", aggiunge ricordando la circolare che ha inviato tre mesi fa ad Ats, Asst e Irccs pubblici rammentando loro "l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria episodi di violenza ai danni del personale. Nel 2022, su 727 aggressioni fisiche registrate dall’Acss, ne furono denunciate 42, appena il 6%. Nel 2023 peggio: su 1.280, il 4%. Un pessimo messaggio", chiarisce Bertolaso, spiegando di attendersi di leggere un cambio di passo nel nuovo report che l’Agenzia completerà nelle prossime settimane.