REDAZIONE MILANO

Poliziotto ferito a Lambrate, l’aggressore resta in carcere: “Di Martino salvato solo dalla prontezza dei colleghi”

L’ordinanza del gip di milano nei confronti del 37enne marocchino che ha accoltellato il viceispettore. Durante l’interrogatorio Hasan Hamis ha cercato di giustificare il suo gesto: “Vivo nel disagio”

Hasan Hamis, il marocchino che ha accoltellato un poliziotto in stazione a Lambrate

Hasan Hamis, il marocchino che ha accoltellato un poliziotto in stazione a Lambrate

Milano – Solo "la prontezza degli agenti presenti” ha “impedito che l'azione” di Hasan Hamis “giungesse a consumazione”, ossia che uccidesse il viceispettore della Polizia Christian Di Martino, e “solo il tempestivo intervento chirurgico” ha “scongiurato” la morte, “pur essendo il Vice Ispettore ancora in pericolo”. Sono le parole del gip di Milano Lidia Castellucci nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per il marocchino che la sera di due giorni fa ha ferito gravemente a coltellate il poliziotto, evidenziando anche la “versione edulcorata” che il 37enne ha reso nell'interrogatorio dicendo di essersi sentito “accerchiato ingiustamente”. 

L’interrogatorio in carcere

Secondo quanto si è appreso oggi il 37enne marocchino ha tentato di difendersi nell'interrogatorio, avvenuto questa mattina nel carcere milanese di San Vittore. Hamis ha cercato di giustificare l’aggressione alla stazione di Lambrate dicendosi dispiaciuto per l’accaduto e motivando i suoi gesti come una reazione inconsulta data la situazione di continuo disagio e tensione in cui si trova, vivendo sempre in strada.

Le omissioni 

"Io ho visto delle persone che stavano giocando con me e che mi puntavano contro tante luci dicendomi 'adesso ti prendiamo” ha messo a verbale oggi il 37enne nell'interrogatorio, tentando di sostenere di non aver capito subito che si trattasse di poliziotti e, spiega la giudice, “volutamente” omettendo di dire che lui prima aveva “scagliato pietre contro il convoglio di un treno”.

“Allarmante pericolosità”: ecco perché

E ha pure riferito a verbale di avere colpito Di Martino "con una sola coltellata”, invece che con tre fendenti. Il suo “obiettivo”, ricostruisce, invece, la gip nell'ordinanza, era quello “di uccidere” il poliziotto, “che era riuscito ad impedire la sua fuga". Il giudice mette in luce anche la “allarmante pericolosità” del 37enne, che “nel corso della sua lunghissima permanenza” in Italia da irregolare, “senza stabile dimora” e senza una “lecita attività”, ha fornito generalità “sempre diverse” (si tratterebbe di 22 alias). 

Sostanze psicotrope e alcol

È stato trovato, poi, “in diverse occasioni in possesso di armi bianche”. E oltre che dai suoi precedenti penali e di polizia, la sua “pericolosità” si evince “dall'abuso giornaliero e ingente di sostanze psicotrope”, come quella che aveva assunto anche quella sera del tentato omicidio, e di alcol. Abuso di sostanze di cui lo stesso Hasan Hamis ha parlato nell'interrogatorio.

Stamani ha spiegato alla gip anche che era a Milano “perché volevo andare in Germania” e ha, poi, cercato di sostenere la sua versione: “Non ho visto che erano poliziotti, mi hanno puntato una luce contro”. E ancora: “Non volevo fargli male, avevo paura che il coltello che era nella manica mi potesse ferire (...) ho colpito inavvertitamente il poliziotto con un colpo”