di Francesca Grillo
Dopo lo choc per l’agguato mortale a Paolo Salvaggio, broker della droga ucciso lunedì mattina da due killer in fuga, salgono la paura e la preoccupazione. La città si è addormentata con le immagini del corpo steso sull’asfalto che alcuni hanno immortalato subito dopo l’omicidio, in pieno giorno, di fianco al parco più frequentato di Buccinasco e vicino alla scuola elementare. La città si è poi svegliata con una paura lucida: "Passavo di lì col mio nipotino – racconta un nonno –, e se un proiettile lo avesse colpito? Quante se ne sentono di queste storie. Ancora non riusciamo a capire il senso di un gesto tanto folle. Non hanno avuto paura neanche di prendere qualche bambino. Qua ne passano tanti".
Si respira aria pesante, di timore che ha sollevato anche il sindaco Rino Pruiti, parlando di una "guerra di mafia. Spero non sia così, ma il territorio fortemente penetrato dalla ‘ndrangheta non può farci dormire tranquilli quando accadono fatti di questo tipo che qui, a Buccinasco, non si vedevano dagli anni Ottanta".
Tanti i questiti aperti, i nodi da sciogliere di una vicenda ancora fumosa. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano partono dalle certezze: i filmati delle telecamere del Comune immortalano il T-Max nero che prende via della Costituzione e, con a bordo due persone nascoste dal casco integrale, si avvicina a Salvaggio che percorre la strada in bici, diretto al bar di piazza San Biagio. Poi, dopo l’agguato e gli spari mortali, fa inversione verso Milano.
Perché un omicidio in pieno giorno, nella zona più frequentata di Buccinasco? Lo stile è mafioso, ma non è detto si tratti di un omicidio di mafia. Si setaccia il passato da narcos, forse ancora attuale, della vittima, i suoi tre telefoni (uno criptato). Si ascoltano le testimonianze, anche quelle dei parenti: "Voglio giustizia, hanno sbagliato persona", ha continuato a ripetere la compagna di Salvaggio. Ma è difficile credere a un errore: l’esecuzione del delitto è precisa, mirata, fatta da professionisti che lo hanno giustiziato con un ultimo colpo alla testa. Buccinasco ha paura, ora. Qualsiasi sia il movente – soldi, debiti, minacce, sgarri o vecchie ruggini – poco importa: in città risuona ancora il tuono di quegli spari.