
Gli agenti in corso Garibaldi dopo l’agguato a colpi di pistola
Milano - Avevano un compito e l’hanno portato a termine, anche se resta da capire se l’agguato sia stato messo in piedi solo per intimidire il bersaglio designato (ipotesi più verosimile) o se il copione prevedesse sin dall’inizio l’esplosione dei colpi di pistola per fortuna non letali.
I due uomini – vestiti di nero e con le visiere dei cappellini calate sui volti – che l’altra notte hanno aggredito il cinese S.Z. hanno atteso per ore sotto casa della vittima prima di entrare in azione: stando a quanto risulta, sarebbero comparsi prima delle 22 nella zona tra via Marsala e corso Garibaldi, aspettando il rientro del quarantaduenne attorno a mezzanotte. Dopo il blitz a mano armata, i sicari sono scappati a piedi in direzioni diverse, così da depistare eventuali inseguitori.
Gli investigatori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza, a caccia di frame nitidi che possano portare all’identificazione; nel caso fossero stati schedati in passato per questioni legate all’immigrazione o per la commissione di reati, i loro connotati potrebbero essere confrontati con quelli inseriti nel software Sari per il riconoscimento facciale. Gli accertamenti si estenderanno, come sempre succede in questi casi, anche ai tabulati telefonici, per censire i numeri che in quel lasso di tempo hanno “agganciato” la cella che copre il centro.
Uno scenario plausibile fa ritenere che siano entrambi connazionali di S.Z.; e non è escluso che si tratti di persone ingaggiate da un terzo uomo, il mandante, e arrivate apposta da fuori città per eseguire la spedizione punitiva e ripartire subito dopo. Il movente non è ancora chiaro, ma la pista dei soldi resta quella più battuta, anche sulla base delle dichiarazioni messe a verbale dal quarantaduenne in Procura (dopo essere stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di 15 giorni per le ferite a nuca e tempia sinistra). Tutto sembra portare all’ambiente lavorativo del cinese e a un dissidio di natura economica per una cifra non di poco conto.