Massimiliano
Giansanti*
Tra aiuti diretti e misure per lo sviluppo rurale, il 60% dei fondi europei per l’agricoltura sarà finalizzato con la nuova Pac al miglioramento della sostenibilità ambientale, ma il bilancio è stato ridotto in termini reali rispetto a quanto assegnato al settore nel periodo 2014-2020. Per l’agricoltura italiana la riduzione totale dei trasferimenti ammonta, fino al 2027, a 6,2 miliardi di euro, il 15% in meno sul periodo 2014-2020. La nuova sfida ambientale impone agli agricoltori di investire in capitale umano e tecnologie. Un’esigenza che non si concilia con la contrazione delle risorse finanziarie dell’Unione; tanto più in contesto economico sempre più competitivo e mercati caratterizzati da elevata competitività, anche per la presenza di operatori della finanza. La lotta al cambiamento climatico, la tutela delle risorse naturali e la sovranità alimentare sono obiettivi strategici per l’Unione e per gli Stati membri. L’esito del negoziato sulla riforma della Pac non ha risposto in pieno, sul piano delle risorse finanziarie e degli strumenti, alle attese della società e degli agricoltori. Inoltre, come ha rilevato il ministro Patuanelli, non sono stati fatti sostanziali passi in avanti verso la semplificazione e la semplicità delle regole. L’accordo sulla nuova Pac prevede la messa a punto di piani strategici che i singoli Stati membri dovranno sottoporre alla Commissione europea entro la fine dell’anno. La novità assoluta è che il piano dovrà includere anche i programmi per lo sviluppo rurale finora rientranti nell’esclusiva competenza delle Regioni. Abbiamo l’occasione per dare un filo conduttore coerente e condiviso tra amministrazione centrale e regioni alle scelte da fare per l’agricoltura.
*Presidente Confagricoltura