Milano, 9 settembre 2020 - Questa è la breve storia di un talento. Il talento impressionante di Ahmed Malis, un ragazzo di origini egiziane, cresciuto nelle case popolari di Inganni, alla periferia ovest di Milano, e diventato presto un assoluto fenomeno del disegno a matita. Disegni iperrealistici, quasi indistinguibili dalle fotografie, per la fedeltà assoluta alle forme del reale, che lo hanno fatto conoscere ormai ovunque. Da anni, del tutto autodidatta e armato soltanto di matita e foglio di carta Ahmed crea per strada le sue opere straordinarie, anche grazie al sostegno dei ragazzi del Cde Creta, un Centro di aggregazione giovanile che da anni si batte, con enorme dispendio di energie, per contrastare il degrado e la dispersione scolastica nella case popolari dimenticate dalla Milano vip, anche con iniziative come il cinema estivo nei cortili, il doposcuola gratuito per tutti o la mediazione linguistica per le famiglie straniere.
Tra i suoi principali “sponsor“ l’educatore Luca Sansone, autore della postfazione nel libro, che ha preso a cuore fin dall’inizio la vicenda, incoraggiando Ahmed a studiare e a crederci. Nonostante il suo dono, che solo un cieco potrebbe ignorare, Ahmed non aveva la possibilità di pagarsi gli studi d’arte. Ma davanti a quello strabiliante talento cittadini e scuole si sono attivati per offrirgli delle borse di studio. Così, a 24 anni, Ahmed si laurea a pieni voti alla Naba, coinvolgendo nella tesi i ragazzi della sua periferia. E oggi la sua storia è diventata un libro, già ultraprenotato.
Scritto da Nicoletta Bortolotti, autrice e redattice editoriale, esce per Giunti editore “Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò“, già un piccolo caso editoriale visti i numeri delle prevendite online. «La laurea e il libro li dedico a mio padre - dice Ahmed - appena scomparso. È lui che mi ha trasmesso passione e coraggio». Con i genitori, un fratello e una sorella, Ahmed ha vissuto dentro 40 metri quadrati in cinque, la pioggia che gli cadeva in testa. «Non potevo permettermi neanche le matite per disegnare. Usavo quelle che trovavo in giro, rovinate, e qualche pastello - spiega nel libro -. Eppure ho sempre creduto in quel foglio bianco che mi restituiva esattamente la potenza che volevo esprimere». Poi qualcuno ha cominciato a comprargli i disegni. Pochi euro, una miseria in confronto al loro reale valore, ma una manna per lui, che così ha cominciato a comprare matite e colori. E con i primi proventi ha iniziato ad aiutare la famiglia.
«Siamo davanti a un giovane fenomeno - ha detto Luca Molinari, noto architetto e docente -. Il suo è un verismo dal sapore antico, ottenuto con matite e pastelli e non con il computer». Ahmed, che nelle cuffiette ha la colonna sonora di Ghali e Marracash, è stato aiutato anche da un misterioso benefattore che nel libro si definisce Angel’s Silence. La storia di Ahmed, di suo fratello Islam che fa musica trap e di sua sorella Amina che ama scrivere, si intreccia con quella di un altro ragazzo, Tam, e di una ragazza, Sara. Ognuno di loro ha un sogno da realizzare e ci riuscirà. Perché come scriveva Picasso, «ci si mette molto per diventare giovani». E ancor più nei quartieri di periferia.