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Al Giambellino la base dei pusher

Operazione dei carabinieri: 32 arresti per lo spaccio nei boschi di Lainate. Quartier generale in via degli Apuli

Via degli Apuli 5, stabile popolare del Giambellino. Era lì la base operativa del gruppo di spacciatori guidato da Zidane Aziz, marocchino di 34 anni: in quell’appartamento, così come in quello di via Roma a Corsico, i pusher nascondevano la droga, i contanti e i cellulari-citofono usati per comunicare con gli acquirenti. Il dettaglio emerge dall’ordinanza di custodia cautelare che ieri ha mandato in carcere i componenti della banda di Aziz e di altre due gang che gestivano lo smercio di cocaina, eroina, hashish e marijuana nelle zone boschive di Lainate: il provvedimento riguarda complessivamente 32 persone (26 in carcere e 6 ai domiciliari), di cui 8 già recluse per altri reati.

Secondo la ricostruzione del gip Daniela Cardamone, l’indagine ha avuto inizio il 23 ottobre 2016, quando una ragazza, a Lainate per acquistare una dose di coca, ha denunciato ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Lainate di essere stata bloccata e più volte palpeggiata da alcuni spacciatori nordafricani, "che nell’occasione erano anche armati di pistola". Da quella segnalazione sono partiti gli accertamenti investigativi, che nel giro di pochi mesi hanno certificato la presenza di tre diverse bande: quella di Aziz presidiava la zona "di via per Garbagnate"; quella di Mohamed Benabla alias "Roby", marocchino di 36 anni, era egemone nelle zone boschive di via Lura, via Verga e via Trattati di Roma; quella di El Habib Essoufi detto "Karim", trentaquattrenne che si è separato da "Roby" nel novembre 2016 per motivi sentimentali (una fidanzata contesa), dava filo da torcere agli ex soci, "dando l’avvio a un contrasto per conquistare il dominio delle piazze di spaccio". Un contrasto che, come testimoniato da un acquirente abituale, è sfociato più volte in sparatorie tra gruppi rivali capitanati rispettivamente da Roby e Karim.

La gran parte dei fatti contestati dai militari, coordinati dai magistrati della Dda, risale al periodo compreso tra la fine del 2016 e il 2017, anche se gli investigatori hanno avuto modo di verificare, attraverso i racconti di chi frequenta quotidianamente quei luoghi per rifornirsi di droga, che i gruppi erano ancora attivi; che potevano contare su "armi da fuoco, asce e cani aggressivi"; e che continuavano a inviare ai loro clienti "messaggi pubblicitari al fine di sponsorizzare la propria sostanza stupefacente e di conseguenza invogliare i clienti all’acquisto". Nel corso delle indagini, sono stati arrestati in flagranza 25 pusher; sotto sequestro più di 20 chili tra cocaina ed eroina, 215mila euro, una pistola con silenziatore e un fucile con matricola abrasa. Ultima nota per il tariffario: 60 euro per un grammo di cocaina, 20 per un grammo di eroina, 50 euro per un ovulo di hashish da 10 grammi e 3 euro per un grammo di hashish.

Nicola Palma