
di Giulia Bonezzi
L’allarme arriva sul computer in ospedale, il cardiologo chiama il paziente che non deve far altro che cliccare su un sms che arriva sul suo smartphone per agganciarsi alla televisita; che può essere urgente, ma anche programmata. Il medico parla col paziente, lo guarda e intanto consulta sul monitor i suoi parametri con un dettaglio uguale a quel che avrebbe se fosse lì, e può decidere se serve una visita di persona o un intervento, se cambiare la terapia o, nei casi più gravi, mandare un’ambulanza o inviare il malato in pronto soccorso, senza passare dall’ambulatorio.
Funziona così un nuovo servizio di telemedicina implementato da qualche giorno dalla Cardiologia dell’ospedale Sacco, che rientra nel più ampio Cod20, il progetto di Virtual Hospital dell’università Statale dove Cod sta per "Cure ospedaliere domiciliari" e 20 indica che è un’evoluzione di Cod19, il "Centro operativo dimessi" per seguire a casa i primi malati di Covid messo in piedi nel marzo 2020 dal prorettore e preside di Medicina Gian Vincenzo Zuccotti coi suoi specializzandi. Sempre all’Asst Fatebenefratelli-Sacco, dove il reparto di Cardiologia, spiega il primario Maurizio Viecca, "durante la pandemia non ha mai ridotto l’attività ambulatoriale, anzi l’ha incrementata del 20% per rispondere al bisogno" che aumentava con la chiusura di altri servizi. "Inventandoci anche soluzioni: abbiamo fatto realizzare un mega-aspiratore per continuare a fare gli elettrocardiogrammi sotto sforzo, che nessuno faceva più perché il paziente non può indossare la mascherina".
Anche la telemedicina, sottolinea Viecca, "qui è attiva da anni", e dunque da ben prima della pandemia, per un migliaio di pazienti cardiopatici, ad oggi, che hanno impiantati pacemaker, defibrillatori e altri dispositivi che rendono possibile monitorarne i parametri da remoto. Proprio per questo nucleo di mille, spiega Giovanni Battista Forleo, responsabile dell’Elettrofisiologia e aritmologia del Sacco, è partito il nuovo servizio di teleconsulto.
"Con un software messo a disposizione dall’università Statale, una piattaforma semplice gestita con l’Asst che ci permette di trattare in sicurezza i dati sanitari e di visitare da remoto, senza che i pazienti debbano scaricare nulla. Risparmiando, a loro e ai parenti, il viaggio e il dover frequentare ambulatori in un periodo di pandemia. È un miglioramento della qualità di vita, e a noi permette anche di intervenire più tempestivamente nei casi in cui una persona la rischia, la vita: ad esempio in pazienti che hanno avuto un ictus il dispositivo riconosce l’aritmia e in televisita possiamo prescrivere immediatamente la terapia orale anticoagulante". Se anche prima quando suonava un allarme importante (in ospedale il sistema è monitorato costantemente) il paziente veniva subito chiamato, col teleconsulto si supera il passaggio in ambulatorio "e se è il caso si può disporre direttamente il ricovero", perché quella che passa dallo smartphone, assicura il dottor Forleo, "è una visita cardiologica a tutti gli effetti: i dispositivi ci forniscono moltissime informazioni, l’esito viene caricato sul fascicolo sanitario elettronico dove lo può consultare il medico di famiglia". E i pazienti che dicono? "Contentissimi". Le visite in presenza continuano, in caso di necessità o "per i fragilissimi o molto anziani", ma secondo il cardiologo col nuovo strumento "possiamo risparmiare ai pazienti fino al 70 - 80% dei viaggi in ospedale", estendendo le televisite anche ai controlli dei cardiopatici che non hanno impiantato un dispositivo (il reparto ne segue un centinaio all’anno) e così "riducendo le attese e aprendo le agende ad altre persone. La pandemia - ragiona - ci ha dato una grande spinta verso il futuro: la telemedicina può trovare applicazione praticamente in tutte le specialità".