di Massimiliano Mingoia
Conferma il passo indietro, Gabriele Albertini. Certo, confessa che stava per cedere, per dire "sì" a Matteo Salvini e al centrodestra, ma afferma che non intende candidarsi a sindaco per motivi di famiglia ("mia moglie è contrarissima, sicura crisi coniugale" in caso di discesa in campo). L’ex primo cittadino ormai quasi 71enne, però, non esclude di fare una propria lista all’interno della coalizione di centrodestra alle elezioni comunali di ottobre ("se me lo chiederanno, visto che si dice che sono tanto popolare, non escludo la possibilità di presentare una lista. Mi dicono che potrebbe valere il 5% solo con il nome prima di essere formata") e in una lettera pubblicata da Libero spiazza i leader di centrodestra e provoca a suo modo l’attuale numero uno di Palazzo Marino: "Se fossi stato eletto, ecco il mio primo atto, da sindaco di Milano: chiedere a Beppe Sala di entrare nella Giunta municipale, come vicesindaco, di unirsi a me nel governo della città". Una proposta che Sala, con un post mattutino su Facebook, commenta con fair play: "Ringrazio Albertini per le sue parole e perla sua stima. È un gentiluomo e non lo scopriamo oggi. Ora però mi attende una sfida impegnativa: convincerlo a votare per il suo futuro, mancato vice". Parole che l’ex sindaco, però, prende male: "Quello che ha detto Sala è una cialtronata. Il mio non era un endorsement. La mia era una sfida. Nel caso vincesse, sarebbe capace di fare altrettanto?".
Albertini, poi, indica una rosa di candidati sindaco per il centrodestra ("Carlo Bonomi, Sergio Dompè e Paolo Del Debbio") ma avverte: "Voglio vedere chi candida il centrodestra. Se non fosse un nome convincente, potrei votare Sala". Fin qui, Albertini, che in serata, al Tg3 Regionale, non esclude neanche un suo ritorno in campo come candidato sindaco: "Di definitivo c’è solo la morte". Il segretario della Lega Matteo Salvini, intanto, pensa alla convocazione a brevissimo di un tavolo con FI e FdI sulle Comunali, visto lo stallo che si prolunga da mesi. Il leader del Carroccio appare irritato con gli alleati: "Mi spiace che i ritardi, i silenzi e i troppi no di qualcuno abbiano convinto Albertini a farsi da parte, ma lui farà parte della squadra perché noi al cambiamento e al futuro di Milano ci teniamo". Le reazioni di FdI non si fanno attendere e arrivano in serie: Daniela Santanché, Carlo Fidanza e Ignazio La Russa, che osserva: "Non accuso nessuno, ma non si può continuare a parlare attraverso i media. Nulla è ancora perduto, l’unico modo per scegliere Albertini o altri è la riunione della coalizione, che spetta a Salvini convocare". Per FdI, dunque, l’ex sindaco potrebbe tornare di nuovo in campo.
Gli altri nomi papabili? Il parlamentare Maurizio Lupi, il manager Riccardo Ruggiero, il comunicatore Roberto Rasia. E dalla Lega filtra che i nomi di "un imprenditore e un’imprenditrice" saranno presto testati da Salvini e sottoposti agli alleati.