
Rosanna Galeri e Alberto Sanchioni
Milano – La fotografia in bianco e nero riporta indietro nel tempo, fino al 19 aprile del 1965. Sessant’anni fa. Ma come si misura una storia d’amore? “Io rivivo quel giorno e mi sembra eterno. Come se gli anni non fossero passati. Eppure - dice Alberto Sanchioni, ottantacinquenne, sposato con Rosanna Galeri che compirà la stessa età il mese prossimo - di strada ne abbiamo fatta, da Pesaro a Milano e poi ogni giorno”.
Ricorda il lavoro quotidiano - lui era ferroviere, lei sarta - ma anche gli svaghi: “Abbiamo girato l’Europa in roulotte e in camper, poi siamo stati in vacanza in mezzo mondo, dall’Africa alla Thailandia al Sud America”. Sempre insieme. E ieri insieme ai loro cari, con accanto la figlia Cristina e la nipote Gaia, di 27 anni, hanno festeggiato le nozze di diamante. Lui guarda sua moglie con gli stessi occhi di allora. Lei ha lo stesso sorriso.

“Mia moglie - sottolinea Alberto - ha avuto una pazienza che non avrebbe avuto nessun’altra donna. Chiunque mi avrebbe mandato al diavolo dopo tre mesi al massimo. Lei no. Anche se “il Diavolo” un po’ lo ha odiato...” Si riferisce al Milan, di cui è tifosissimo. La passione per il calcio lo ha portato ad avere un secondo lavoro che per oltre mezzo secolo l’ha tenuto lontano ogni domenica dalla sua dolce metà. Sì, perché Alberto Sanchioni faceva il barman alla Tribuna stampa dello stadio San Siro e ha conosciuto i calciatori più forti del mondo.
Dalla sua postazione privilegiata assisteva pure a sfuriate tra giocatori, avversari e non, “che duravano il tempo di sedersi al banco e ordinare da bere”. Un giorno accompagnò alla stazione il mitico Gigi Riva, nel 1970, anno in cui il Cagliari vinse lo scudetto. A casa custodisce le foto ricordo con decine di campioni e potrebbe raccontare aneddoti per ore. E come erano le domeniche di Rosanna? “Tranquille”, dice lei, che a differenza del marito ama “il silenzio”. “Sono gli opposti: mio padre è un vulcano, la mamma invece è mite, sempre pacata”, racconta la figlia.
Si sono conosciuti a Pesaro, dove entrambi vivevano (lei è originaria di Fano). “Appena l’ho vista mi sono innamorato”, rivela Alberto. “Di lui - continua Rosanna - mi è subito piaciuto che fosse energico e altruista”. Dopo sei anni e mezzo di fidanzamento si sono sposati e lei ha raggiunto lui, che nel frattempo si era trasferito a Milano per lavoro. “All’inizio - fa sapere Alberto - abitavamo a Pregnana Milanese. Poi ci siamo trasferiti nelle case per i ferrovieri in zona Cenisio. I primi tempi sono stati i più felici ma anche i più poveri. Siamo subito entrati nella mentalità milanese: lavoravamo a ritmi frenetici. Ma appena abbiamo potuto abbiamo iniziato a viaggiare”.
E anche se hanno girato il mondo, “il viaggio più bello - continua Alberto - resta quello di nozze, con biglietto gratuito in prima classe regalatoci dalle Ferrovie: siamo stati a Rimini, a Firenze, a Roma e a Napoli. Abbiamo speso 105mila lire in due, tornando a casa con diecimila lire. Mia moglie si arrabbiò dicendo che avevamo speso troppo”. “Ma non mi sono mai arrabbiata veramente - ribatte lei -. Tra noi c’è sempre stato affetto”. Il segreto per un’unione così duratura? Risponde lei: “Rispetto reciproco, dialogo e non andare mai a letto con il muso”.