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Alberto Torregiani, il figlio dell’orefice ucciso: “Il no all’estradizione? Prevedibile”

Il padre fu eliminato dai Pac durante una rapina nel 1979: “Decisione giudiziaria e non politica? Una scusa per evitare beghe”

Alberto Torregiani (Archivio)

Nulla di nuovo sul fronte transalpino. Alberto Torregiani, il figlio di Pierluigi, l’orefice ucciso dai terroristi dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, gruppo di cui faceva parte l’ex “primula rossa” Cesare Battisti, non si aspettava una scelta diversa dalla Corte di Cassazione francese.  

La reazione

"Era prevedibile. Hanno difficoltà ad accettare, ad ammettere che era necessario compiere questo tipo di passo, anche per sistemare altre beghe – ha detto Torregiani all’AdnKronos – Ma immaginavo, pur non concordando, che non avrebbero concesso l'estradizione". Nessuno stupore, quindi, per il 'no' della Corte di Cassazione francese all'estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani. Su cui incide, secondo Torregiani, anche un fattore tempo. "D'altronde l'errore è un po' nostro – osserva Torregiani  –, perché ormai, dopo tutti questi anni, diventa difficile ottenere risultati anche mettendoci sempre tanta energia, tanta buona volontà". Quanto a una nuova possibile mossa del governo italiano, Torregiani afferma: "Credo che ormai non si possa più fare nulla, suppongo che qualunque mossa sarebbe vana. Anche perché, ad un certo punto, se fossi la Francia, di fronte a un'ulteriore richiesta, potrei reagire dicendo che ora l'Italia sta rompendo le scatole".

Critiche alla politica

Per Torreggiani, però, è una "bella scusa sostenere che la decisione è giudiziaria e non politica". "E' una questione politica quando fa comodo - sottolinea -, è una questione giudiziaria quando invece si vogliono evitare delle beghe. Sappiamo benissimo che è una questione principalmente politica, perché il mantenerli in Francia per tutti questi anni è sempre stata una posizione politica più che giuridica. Poi, ovviamente – è l’amara chiusura – questi dieci 'amici' hanno determinato l'idea di farla passare per il giudizio di un tribunale, a loro rischio ma sapendo che comunque la Francia avrebbe appoggiato la loro richiesta".