
Un’inquilina degli alloggi popolari del quartiere di Calvairate Molise, alla periferia est della città. Negli ultimi anni la gestione delle case pubbliche, oltre 60mila quelle di Aler tra capoluogo e area metropolitana, non ha mai trovato equilibrio ed efficienza
MILANO – Susanna ha 92 anni, un’invalidità del 100% e una casa inabitabile. Ma, a distanza di 9 mesi dalla richiesta, Aler Milano non ha ancora provveduto ad assegnarle un alloggio alternativo. Eppure è stata la stessa Aler Milano a prendere atto, dopo un sopralluogo, che l’alloggio è inospitale, come scritto in una mail di sollecito inviata all’Azienda dell’edilizia pubblica dall’avvocato ingaggiato dalla famiglia di Susanna. Valentina, nome di fantasia, ha 71 anni, è in attesa di essere operata all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), ha un’invalidità dell’80%, dolori cronici alla schiena e fibromialgia. Ma, a distanza di 1 anno e due mesi dalla richiesta, Aler Milano non ha ancora provveduto ad assegnarle un alloggio alternativo. Anzi, ci vorranno “almeno due anni”.
Di fronte a situazioni come queste è inevitabile domandarsi quali requisiti si debbano avere per ottenere un cambio alloggio in tempi celeri o quantomeno decenti. La domanda origina anche dal caso riportato in questi giorni, quello di Stefano Tacconi, l’ex portiere della Juventus che, attraverso la domanda firmata dalla moglie, ha ottenuto una casa popolare nell’hinterland il 7 luglio 2023, data della stipula del contratto, e un secondo alloggio, stavolta a Milano, in sostituzione del primo, il 2 novembre 2023, a soli 60 giorni di distanza dalla richiesta, inviata ad Aler il 7 settembre.
Il regolamento prevede, tra l’altro, che il cambio si possa chiedere solo se è trascorso almeno un anno dall’assegnazione del primo alloggio. E di solito si resta nello stesso ambito territoriale. Premesso e sottolineato che la famiglia Tacconi ha i requisiti per l’alloggio pubblico, in questi giorni Aler ha così motivato la celerità dell’iter: “Di norma il cambio alloggio può avvenire dopo 12 mesi dalla contrattualizzazione, ma in caso di comprovati e sopraggiunti aggravamenti medici o in caso di altro tipo di circostanze documentate è possibile procedere in deroga”. E la moglie dell’ex portiere della Juve ha spiegato al Corriere della Sera che al marito “è stata riconosciuta la disabilità totale”. Quanto ai due alloggi, e in due ambiti diversi, la stessa ha confermato quanto già dichiarato a Il Giorno da Aler: in quello nell’hinterland “l’ascensore era al primo piano, c’era ancora una rampa di scale da fare”, mentre quello attualmente occupato a Milano è “al sedicesimo piano” ma “non ci sono scalini”.
L’auspicio, ora, è che Aler Milano possa procedere spedita anche nel caso di Susanna che ha a sua volta un’invalidità del 100%, oltre che 92 anni, e vive insieme alla figlia Silvia Alanya, invalida al 50%, e alla nipote Fiorella Gonzales, 31 anni, in un alloggio di via Spaventa che la stessa Aler ritiene inospitale. In questo caso non c’è neppure bisogno di una deroga perché le tre risiedono in via Spaventa da giugno 2020. Carte alla mano, la richiesta di un nuovo alloggio è stata inviata il 23 maggio 2024, Aler ha risposto che “per poter esaminare la stessa è necessario effettuare un sopralluogo”. E dal sopralluogo è emerso che le condizioni dell’alloggio, pure abitato da un’anziana con invalidità totale, sono tali da renderlo inabitabile a causa “della muffa di risalita dalle cantine”: la casa è al piano rialzato. Il 17 giugno 2024 Aler comunica per iscritto che la richiesta “è stata ritenuta ammissibile”.
Da qui le mail di sollecito inviate dal legale di fronte allo stallo dell’iter. “All’inizio sembrava che il problema fosse dovuto al fatto che abbiamo espresso una preferenza per traslocare in un altro alloggio della stessa via Spaventa – spiega Fiorella –. Abbiamo rivisto le preferenze, ma non è cambiato nulla: in attesa da 9 mesi”. Valentina, ora. Lei vive in Barona e ha fatto domanda di cambio alloggio a novembre 2023: “Abito al sesto piano e l’ascensore è spesso rotto. Questo mi rende la vita difficile considerato che da qualche anno a questa parte le mie condizioni di salute vanno peggiorando: sono in attesa di essere operata allo Ieo, ho dolori cronici alla schiena e fibromialgia, invalidità dell’80% e 104 in gravità. Ho sollecitato Aler e mi è stato risposto che la soluzione è lontana, che ci vogliono minimo due anni”. Eppure in ambo i casi sembrano sussistere le ragioni di cui sopra per procedere speditamente: “circostanze documentate” e “aggravamenti medici”. Aler Milano ieri ha comunicato che “tra il 2023 e 2024 sono stati effettuati 127 cambi alloggio in deroga. Il tempo medio di evasione del cambio alloggio è 105 giorni”. In totale fanno capo ad Aler Milano oltre 60mila case.