MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Alessandro Stucovitz: chi era lo scialpinista milanese travolto da una valanga sul Piz Palü

Lo sportivo è morto nel corso di un’escursione in Svizzera. Il dolore degli amici: “Conosceva la montagna come le sue tasche, è stato sfortunato”

Alessandro Stucovitz

Alessandro Stucovitz

Milano, 21 maggio 2024 – “Conosceva la montagna come le sue tasche. Era uno sciatore esperto che purtroppo è stato sfortunato. Io l’ho conosciuto 15 anni fa in alta Val d’Aosta: da allora siamo diventati amici e abbiamo sciato insieme decine di volte. È un momento troppo doloroso". A parlare è un amico di Alessandro Stucovitz, noto scialpinista di Milano, trentottenne morto domenica travolto da una valanga durante un’escursione in Svizzera, nel territorio di Pontresina, nel Canton Grigioni, al confine con la provincia di Sondrio.

La tragedia

Stando a quanto comunicato dalla polizia cantonale, un gruppo di quattro sci escursionisti era partito dalla Diavolezza, salendo sul Piz Palü. Raggiunta la cima i quattro si sono separati. Due escursionisti sono scesi scegliendo la via percorsa per salire. Gli altri due, tra cui Stucovitz, dal fianco nord. Verso mezzogiorno dal versante settentrionale si è staccata una valanga che ha travolto il trentottenne. La massa nevosa lo ha trascinato a valle per diverse centinaia di metri, mentre il compagno è rimasto illeso. I soccorsi hanno recuperato Stucovitz privo di vita. Sul posto sono intervenuti il Soccorso alpino svizzero, la Rega, l’elicottero della Heli-Bernina AG e la polizia cantonale dei Grigioni. Sulla dinamica dell’incidente stanno indagando la Procura pubblica e la polizia alpina grigionese.

Il ricordo

Stucovitz, raccontano gli amici, "viveva e lavorava a Milano ma nei momenti liberi era sempre a sciare". Lascia una fidanzata. "Era una persona d’oro – dice uno di loro –, al primo impatto poteva sembrare un po’ schivo, una persona dal carattere difficile. Ma conoscendolo emergeva la sua profondità: era una persona disponibile e molto intelligente. Mi aveva raccontato di essersi trasferito da poco, restando sempre a Milano ma in un’altra casa: gli avevo promesso che sarei andato presto a trovarlo ma purtroppo non c’è stata occasione". Laureato in Ingegneria, riferiscono sempre i conoscenti, lavorava come consulente in un ufficio nel campo del diritto brevettuale.

"Era un ottimo sciatore – commenta un altro amico – e anche prudente. Quando si va in montagna e si affrontano discese di quel tipo c’è sempre una componente di rischio. Si è staccato all’improvviso un blocco di neve e ghiaccio e lui non poteva farci nulla, si è trovato in trappola ed è stato trascinato giù. Non ha avuto scampo".

Il precedente

Una disgrazia a distanza di un giorno da quella che ha tolto la vita sabato mattina all’architetto milanese Alessandro Dall’Ò, nel Lecchese: è rimasto intrappolato sott’acqua per 4 minuti mentre si stava esercitando per diventare istruttore di canyoning, ”torrentismo”, una disciplina che consiste nel discendere a piedi gole e canyon con corsi d’acqua, cascate e laghetti.

Sabato mattina Alessandro, che aveva compiuto 33 anni lo scorso 14 aprile, era insieme alla sua ragazza e due esperti mondiali svizzeri di canyoning, giù per le rapide e le cascate dell’Esino a Perledo. Mentre si stava calando nell’orrido di Vezio, sotto un ponticello, la corrente lo ha trascinato e intrappolato sott’acqua. A fatica i compagni sono riusciti a ripescarlo e trascinarlo fuori. Ma non c’era più nulla da fare.