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Alessia Pifferi dal carcere: “Mi manca mia figlia, spero sia solo un brutto sogno"

Le dichiarazioni scritte arrivano da San Vittore, dov'è rinchiusa la madre accusata di aver lasciato la figlia Diana morire di stenti

“Da che mia figlia non c'è più mi sento vuota e spenta sia psicologicamente che nel cuore, mia figlia mi manca da morire ed il dolore è molto forte ed intenso. Ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno ed invece mi sveglio in carcere e mia figlia non c'è più”. Sono queste le ultime dichiarazioni scritte di Alessia Pifferi, la madre accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di un anno e mezzo, abbandonandola per sei giorni a casa.

La donna, di 37 anni, si trova nel carcere milanese di San Vittore, è accusata di omicidio volontario aggravato ed anche indagata per l'ipotesi di reato di corruzione di minorenne. Le ultime dichiarazioni scritto sono state diffuse giovedì sera nella trasmissione “Iceberg Lombardia” in onda su Telelombardia.

Sul caso di Alessia Pifferi, nelle ultime settimane, sono emersi alcuni tratti inquietanti. Dalle chat che Alla madre scambiava con alcuni uomini conosciuti su Tinder – una popolare piattaforma per incontri – spuntano una serie di foto della piccola Diana che la donna “utilizzava” per convincere i suoi contatti a essere economicamente generosi con lei.

Nel frattempo, in ambito investigativo, si sta rafforzando l’ipotesi che la bimba abbandonata a casa sia stata drogata con dosi importanti di benzodiazepine. Non una volta, ma molte delle volte che la madre si incontrava con gli uomini conosciuti su Tinder nel monolocale alla periferia di Milano.