Alessia Pifferi, 37 anni, originaria di Crotone, ma residente a Milano in zona Ponte Lambro, periferia est della città, si trova attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione per avere lasciato morire di stenti la piccola Diana, la bimba che lei aveva partorito il 29 gennaio 2021. La piccola - fisicamente meno sviluppata rispetto alla sua età effettiva, non sarebbe mai stata visitata da alcun pediatra del sistema sanitario - era in casa, sola, morta, stesa in un lettino da campeggio e a fianco c’era il biberon, ma anche una boccetta di benzodiazepine semivuota. Sarebbe rimasta sola nell'abitazione di via Parea da giovedì 14 luglio, per sette giorni.
La Pifferi fino a qualche anno fa viveva in casa con la madre che l’aiutava economicamente, ha un ex marito che vive sempre nella stesso quartiere. La donna, che non aveva un lavoro stabile, davanti al pm Francesco De Tommasi ha dichiarato di non sapere chi fosse il padre della piccola, e di avere scoperto la gravidanza solo quando ormai era in fase avanzata.
Durante l’interrogatorio davanti al pm De Tommasi la donna è apparsa "fredda", il pm esclude che fosse in cura per problemi psichiatrici legati a una depressione post partum, esclude che si fosse rivolta a un centro per ricevere un sostegno psicologico ed esclude che facesse uso di droga. "Non ha mai pianto" durante l’interrogatorio e di fronte al pm si è mostrata consapevole delle conseguenze del suo abbandono. Ha parlato della figlia quasi come di un peso, qualcosa di cui liberarsi, ma poi si è chiusa anche in silenzi pieni della paura di ammettere una "volontà intermittente" di non voler essere più madre. La morte della bimba è conseguenza di un abbandono lungo "sette giorni". E non era la prima volta, avrebbe ammesso la stessa donna.
La ricostruzione
Giovedì 14 luglio la 37enne ha cambiato il pannolino alla figlia, le ha lasciato il biberon pieno vicino alla culla e le ha voltato le spalle. Per circa 160 ore ha finto che la piccola fosse al mare - questa la bugia raccontata al nuovo compagno con il quale ha trascorso le sue giornate - poi ieri sera, mercoledì è rientrata a casa e l’ha trovata senza vita. "Morta di stenti", a dire degli inquirenti. E’ andata dalla vicina a chiedere di chiamare i soccorsi ed è scattato l’allarme: le indagini della squadra Mobile e della polizia Scientifica, coordinate dal pm di turno, sono state rapide. Le incongruenze nell’interrogatorio e lo stato di abbandono della bimba non hanno lasciato dubbi. Il fermo della 37enne sarà convalidato dal gip dopo l’interrogatorio.