
Alessia Pifferi durante il processo a Milano
Milano – “Quando è venuta a casa mia il 14 luglio Alessia mi ha detto che Diana era al mare con la sorella: siamo stati insieme fino al 20 luglio, e lei mi sembrava serena e tranquilla". Lo ha spiegato Angelo D'Ambrosio, l’ex compagno di Alessia Pifferi, ascoltato come testimone nel processo a carico della donna accusata di aver fatto morire la figlia di stenti.
Pifferi ha trascorso quella settimana in compagnia di D'Ambrosio a Leffe, nella Bergamasca, mentre la bambina era stata abbandonata da sola in casa. "Alessia spesso diceva che preferiva venire da me senza la figlia perché così poteva respirare - ha spiegato - visto che stava con lei tutto il giorno e aveva bisogno di staccare. Io ero affezionato alla bambina, lei poteva portarla da me quando voleva ma diceva che l'avrebbero curata la baby sitter o la sorella”.
L'uomo, che aveva conosciuto Pifferi su una chat di incontri nell'agosto 2020 e aveva iniziato una relazione con lei, ha ripercorso quella settimana culminata nella scoperta che la bambina era morta. "Lunedì Alessia mi ha accompagnato a Milano per un mio appuntamento di lavoro - ha riferito - ma non ha mai chiesto di passare da casa sua".
Mercoledì, attorno alle 9, Alessia Pifferi ha lasciato Leffe ed è tornata a Milano. "Mi ha chiamato un'ora e mezza dopo dicendo che Diana era morta - ha raccontato l'elettricista - era confusa, diceva di aver trovato la porta socchiusa e la baby sitter non c’era. Poi mi ha passato una vicina. Io mi sono sentito male, mi sono dovuto sdraiare".