Milano, 30 gennaio 2023 - Ha deciso di revocare il mandato difensivo ai suoi ormai ex legali e si è affidata ad un nuovo difensore Alessia Pifferi, la 37enne in carcere da fine luglio scorso con l'accusa di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti sua figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni. La sua difesa ora, pare di capire, sarà molto meno caratterizzata dalla presenza mediatica rispetto alla precedente. Ed è certo che punterà tutto su un'istanza di perizia psichiatrica nel processo. Un accertamento per valutare la possibilità che la 37enne fosse incapace di intendere o di volere. Tutto questo è emerso stamani dall'udienza davanti al gip di Milano Fabrizio Filice, che era fissata per discutere gli esiti della perizia, già emersi nei giorni scorsi, che ha escluso la presenza di tranquillanti nel biberon e nella bottiglietta d'acqua trovati vicino al corpo della bimba.
La nuova difesa
La donna ha revocato il mandato agli avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria e si è affidata al legale Fausto Teti (pare mantenga comunque il consulente difensivo Luciano Garofano, ex generale del Ris) che ha chiesto termini a difesa per meglio preparare l'udienza e il giudice ha rinviato al prossimo 8 febbraio. In tarda mattinata, poi, il legale è andato a San Vittore ed è rimasto a colloquio con la donna per "circa tre ore", ascoltando la "sua versione dei fatti".
La perizia psichiatrica
Dal punto di vista "oggettivo", ha aggiunto il difensore, il quadro dei fatti "è chiaro" e ora l'elemento "centrale" per la difesa, ha evidenziato il legale Teti, sarà una richiesta di perizia psichiatrica nel dibattimento che si terrà davanti alla Corte d'Assise. Nei prossimi giorni, infatti, i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro avanzeranno la richiesta di giudizio immediato, con cui si salta l'udienza preliminare, per omicidio volontario aggravato. Un'accusa che prevede come pena massima l'ergastolo. "Già da domani - ha proseguito il difensore - mi muoverò per la ricerca di un consulente di parte adeguato in vista dell'istanza di perizia".
Pifferi rischia l'ergastolo
Intanto i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, nei prossimi giorni inoltreranno, all'ufficio gip la richiesta di processo con rito immediato e Pifferi finirà a giudizio davanti alla Corte d'Assise milanese (rischia la condanna all'ergastolo). Solo cinque giorni fa i legali Marchignoli e D'Auria avevano commentato gli esiti della perizia, richiesta dai difensori e disposta dal gip, spiegando che "Alessia è sempre stata genuina nel suo racconto e, sul piano giuridico" la "premeditazione manca di elementi concreti". Oggi a sorpresa nell'udienza si è saputo che la donna ha revocato il mandato, tanto che davanti al giudice si è presentato l'avvocato Teti (Pifferi non si è presentata in udienza).
La premeditazione e i tranquillanti
Pifferi aveva sempre ripetuto a verbale di non aver mai somministrato benzodiazepine alla bimba. Era stato ipotizzato, invece, dagli inquirenti, anche perché nessuno dei vicini l'aveva mai sentita piangere in quei giorni e alcune tracce di tranquillanti sono state trovate, poi, in esami medici sulla bimba. Inizialmente la Procura aveva anche contestato la premeditazione tra le aggravanti, ma poi il gip l'aveva esclusa nell'ordinanza. Il giudice aveva confermato, invece, l'aggravante dell'avere agito per motivi abietti e futili, contestata assieme a quella di aver ucciso la figlia. L'imputazione della richiesta di processo immediato (si salta l'udienza preliminare) dovrebbe basarsi su quanto stabilito dal gip nell'ordinanza cautelare.