ANDREA GIANNI
Cronaca

Alessia Pifferi in limousine prima della morte di Diana: “Chiedeva prestiti per la figlia, spendeva i soldi per sé”

La donna accusata di aver lasciato la figlia di 18 mesi morire di stenti aveva raccontato che l’auto serviva per il battesimo della piccola: in realtà era per le sue serate romantiche

Alessia Pifferi al processo per la morte della figlia Diana

Alessia Pifferi al processo per la morte della figlia Diana

Alessia Pifferi aveva noleggiato una limousine il 7 luglio 2022 per "trascorrere una serata romantica con il compagno spendendo 536 euro". A un'amica aveva raccontato che l'auto di lusso serviva per la festa di battesimo della piccola Diana. In realtà, la mattina successiva, Pifferi chiamò un taxi privato da Leffe (il paese nella Bergamasca dove abitava il compagno) diretta a Milano, per poi tornare a Leffe alle 14. Segno che "non ci fu alcun battesimo" della bambina, che nei giorni successivi sarebbe stata abbandonata da sola in casa.

Lo ha riferito in aula il capo della Squadra mobile di Milano, Marco Calì, ascoltato nel corso del processo a carico della donna accusata di aver fatto morire di stenti la bambina. Quando è stata ascoltata dagli investigatori, dopo il ritrovamento del cadavere, il 20 luglio 2022, la donna ha fornito "versioni contrastanti" sulla presenza di una babysitter

Taxi, limousine e prestiti

In realtà, dall'analisi del traffico telefonico, "sono emersi solo contatti con soggetti che erogano servizi di taxi privato". Taxi che usava per raggiungere la casa del compagno, spendendo ogni volta 300 euro, indice di un "tenore di vita al di sopra delle reali possibilità". Calì ha spiegato che Alessia Pifferi "non ha mai pianto davanti a me". 

La casa dove la donna viveva con la bambina "era piccola, non certo abitata da una maniaca dell'ordine, ma tutto sommato vivibile". Ha descritto un frigorifero "scarno, con all'interno un piatto di pasta fredda", a terra un trolley e una valigia con dentro "una trentina di vestiti". In altre chat, ha aggiunto Cali, ''la Pifferi chiedeva prestiti di denaro, con la scusa che le servivano per la bambina, quando in realtà servivano per pagarsi le sue serate romantiche''

L’autopsia sulla piccola Diana

Sono stati ascoltati in aula anche i medici che si sono occupati degli accertamenti sul cadavere. La piccola Diana è morta a causa di una "disidratazione spinta", unita a una "carenza alimentare di un certo rilevo". Un decesso che potrebbe essere collocato "tra le 24 e le 48 prima" del ritrovamento del cadavere, ha spiegato in aula il medico legale Andrea Gentilomo, che ha eseguito l'autopsia sul cadavere della bambina.

Una disidratazione "compatibile con la mancata assunzione di cibo e acqua", visto che un bambino di quell'età ha "l'esigenza di almeno 1.2 litri di acqua al giorno". E a un certo punto, sulla base della letteratura scientifica, ci sarebbe stata una "perdita di coscienza" della bambina.

Sono state trovate inoltre tracce di benzodiazepine "sui capelli", un "quantitativo irrisorio e di difficilissima interpretazione" che potrebbe essere dovuto anche al contatto con qualcuno che ne aveva assunte in precedenza. Tracce anche di "pannoloni igienici nel tratto digerente", che la bambina avrebbe ingerito.