ANNA GIORGIA
Cronaca

Alessia Pifferi e il “sì” al matrimonio in carcere: dalla proposta dell’uomo alla lettera delirante della mamma killer

La donna potrebbe usare questa “mossa” in vista dell’appello: è una strategia difensiva per dimostrare che è incapace di intendere e volere?

Alessia Pifferi condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana

Alessia Pifferi condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana

MILANO – Non ci sarà alcun matrimonio tra Alessia Pifferi, la mamma assassina, che pochi giorni fa ha compiuto 39 anni nel carcere di Vigevano e il pretendente che le ha fatto recapitare in cella la proposta di matrimonio. È la seconda proposta che le arriva nel carcere di Vigevano dove la Pifferi sta scontando l’ergastolo pronunciato in primo grado per l’omicidio della figlia Diana, di 18 mesi, che lasciò morire di fame e di sete nel monolocale di via Parea a Ponte Lambro, estrema periferia di Milano.

E, più probabilmente è un modo per la Pifferi, personalità narcisistica, di attirare attenzione in vista del prossimo appello che si discuterà il 29 gennaio. La sua legale Alessia Pontenani punta alla revisione, pronta a dare di nuovo battaglia perché venga rivista la pena massima. E punta ancora sull’incapacità di intendere e volere della donna perché - sostiene - non è stata ben valutata nel primo grado di un processo che si è svolto in modo non sereno”.

E ancora: “Senza l’inchiesta parallela (che indaga lei ndr) forse la perizia psichiatrica sulla Pifferi non l’avrebbe ritenuta capace di intendere e volere”. Il riferimento è al fascicolo bis che coinvolge lei e le psicologhe del carcere di San Vittore. La tranche di indagine, ancora in corso ipotizza una “manipolazione” per aiutare Pifferi ad ottenere una perizia psichiatrica in dibattimento.

La lettera, con la proposta di matrimonio, è stata ricevuta dalla mamma killer in agosto e, in un primo momento, non era stata nemmeno presa in considerazione dalla donna. Poi, avvicinandosi l’appello, la mamma assassina ha deciso di risponde “si” con una lettera dal contenuto delirante. Una strategia difensiva per dimostrare che la Pifferi è incapace di intendere e volere? Un modo, per attirare di nuovo attenzione e fingersi pazza per ottenere uno sconto di pena?

Le perizie psichiatriche hanno certificato la perfetta lucidità della donna al momento in cui decise di abbandonare sua figlia, preferendo trascorrere una settimana con il fidanzato del momento, sapendo perfettamente che la bimba era in casa sola, con un caldo torrido e accettando il rischio che la bimba morisse, come poi è avvenuto.