ANDREA GIANNI
Cronaca

Alessia Pifferi, giudici: “Sì a nuova perizia psichiatrica”. Accolta la richiesta della difesa

La donna in primo grado è stata condannata all’ergastolo per la morte della figlioletta di soli 18 mesi

Milano, 10 febbraio 2025 – La Corte d'Assise d'appello ha disposto una nuova perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, accogliendo la richiesta della difesa. Dopo la comunicazione, in aula, durante un’udienza del processo d'appello, la donna ha abbracciato la sua legale, l’avvocata Alessia Pontenani.

Pifferi è stata condannata in primo grado all'ergastolo per aver abbandonato in casa e lasciato morire di stenti la figlia Diana, di soli 18 mesi, nell'estate 2022. Questa mattina, la sua avvocata aveva ribadito la richiesta di una nuova perizia psichiatrica per la sua assistita. “Sarebbe una questione di giustizia anche per Diana", aveva detto la legale. Per chiarire definitivamente se "la mamma l'ha uccisa volontariamente o non si è resa conto delle conseguenze delle sue azioni". E il processo "va chiuso, ma in modo da fugare ogni dubbio e comprendere realmente quello che è accaduto". 

Alla richiesta si erano subito opposte la procura generale e la parte civile, la madre e la sorella di Alessia Pifferi che nella perizia effettuata dalla psichiatra Elvezio Pirfo era stata ritenuta capace di intendere e di volere. "Spero che si vada avanti e si metta un punto fermo chiudendo questa vicenda - aveva spiegato fuori dall'aula la sorella di Alessia Pifferi, Viviana - perché non si può rimanere sempre intrappolati in questo vortice. Sono stufa di sentire critiche alla famiglia, perché Alessia ha avuto tutte le possibilità per costruirsi una sua vita".

Il legale delle parti civili aveva sottolineato che "la verità è già stata scritta nel processo di primo grado", opponendosi all'acquisizione di documenti della difesa, tra cui le lettere di Alessia Pifferi in carcere e materiale risalente alla sua infanzia.

"Non si può pensare che una bambina che ha turbe all'età di sei anni possa avere uno sviluppo normale – aveva spiegato l'avvocata Pontenani -, Alessia Pifferi ha problemi, non sapeva di essere incinta, quando ha partorito in casa si è ritrovata con un giocattolino in mano senza rendersi conto delle necessità di una bambina. È giusto rifare la perizia e sottoporla a nuovi test, per comprendere quello che è accaduto".

Aveva poi negato l'ipotesi che Alessia Pifferi possa essere stata indotta a mentire per simulare disturbi, accusa al centro di un'indagine parallela a carico della stessa legale, delle psicologhe all'epoca in servizio a San Vittore e del consulente della difesa. "L'unica colpa della psicologhe è quella di aver fatto il loro lavoro - aveva concluso - vedevano in continuazione Alessia Pifferi perché era stato commesso un reato terribile e cercavano di capire".