ANNA GIORGI
Cronaca

Alessia Pifferi, la pm Rosaria Stagnaro rinuncia all’incarico: “Processo bis a mia insaputa”

Milano, colpo di scena al processo per l’omicidio della piccola Diana: l’accusa si spacca sull’inchiesta parallela che coinvolge le specialiste di San Vittore e l’avvocata dell’imputata

Alessia Pifferi; a destra, i pm Rosaria Stagnaro e Francesco De Tommasi durante un'udienza del processo

Alessia Pifferi; a destra, i pm Rosaria Stagnaro e Francesco De Tommasi durante un'udienza del processo

Milano – Un processo travagliato e non privo di colpi di scena quello, in corso, a carico di Alessia Pifferi, la mamma di 37 anni accusata di avere lasciato morire di fame e di sete la sua piccola Diana, di 18 mesi.

Il pm rinuncia all’incarico

L’ultimo, in ordine di tempo, è la rinuncia all’incarico della pm Rosaria Stagnaro, ufficialmente per "mancato accordo”, cointestataria del fascicolo, insieme al pm Francesco De Tommasi, che si occupò per primo del drammatico caso, acquisendo il fascicolo dal turno omicidi. La pm Stagnaro era entrata nel pool dell’accusa solo in un secondo momento, dopo che il suo aggiunto Letizia Mannella aveva chiesto al procuratore capo Marcello Viola la coassegnazione del fascicolo sull’omicidio perché, trattandosi di un reato ai danni di minore, era stato ritenuto, da lei, di competenza anche del quinto dipartimento, quello cioè che tutela le fasce deboli.

“Totale dissonanza”

La pm Stagnaro, "in totale dissonanza con la linea tenuta dal collega De Tommasi”, ha restituito al capo della procura, Viola, l’incarico. Stagnaro, stando alla motivazione ufficiale, non sarebbe stata informata dal collega della attivazione di una costola parallela del processo che vede iscritte le psicologhe e il difensore della Pifferi, Alessia Pontenani.

L’inchiesta parallela

Anche se, a dire il vero, la possibile indagine parallela era stata annunciata dal pm De Tommasi pubblicamente nell’ultima udienza a carico della Pifferi: "Se la Corte ascolterà le psicologhe in aula, queste potrebbero dovere partecipare con le dovute garanzie di legge”. Frasi abbastanza chiare per gli addetti ai lavori, che, infatti, aveva spinto le destinatarie e il legale a fare richiesta di eventuali pendenze al casellario giudiziale.

Le accuse alle psicologhe e all’avvocata

Dalle parole però De Tommasi, pare quindi all’insaputa di Stagnaro, era poi passato ai fatti, così per due mesi, nel carcere di San Vittore, aveva proceduto all’intercettazione dei colloqui delle due psicologhe con la detenuta, contestando a loro e alla legale Pontenani in concorso, le ipotesi di falso ideologico e favoreggiamento per un generale atteggiamento che le professioniste avrebbero avuto nei confronti dell’imputata, allo scopo, per il pm, di realizzare un artefatto quadro di minorata capacità della Pifferi tale da indurre la Corte a chiedere una perizia, che è in corso e verrà depositata a fine febbraio. Sulla rinuncia di Stagnaro si esprimerà comunque anche Viola.

L’interrogatorio

Intanto nella mattina di mercoledì 31 gennaio è previsto l’interrogatorio di una delle due psicologhe indagate. Il pm aveva formalizzato la richiesta chiedendo che l’interrogatorio avvenisse dentro il carcere milanese di Opera. Il suo difensore Mirko Mazzali, ha però sollevato una eccezione, rilevando l’inusuale sede dell’interrogatorio, e cioè il carcere per una persona indagata in stato di libertà, e ha perciò chiesto e ottenuto che l’atto istruttorio avvenga in una sede più opportuna, cioè l’ufficio del procuratore. Il motivo della iniziale convocazione della psicologa all’interno del carcere di Opera sarebbe dovuto al fatto che la polizia giudiziaria che lavora con il pm De Tommasi è quella del carcere di Opera.