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Alexander Reyes, la ‘pollada’ in ricordo del 27enne ucciso da un’auto pirata. L’appello dei genitori: “Diteci cos’è successo quella notte”

Il giovane è stato falciato e ucciso dopo una lite da una vettura bianca in via Cilea a Pioltello. Sembra che i carabinieri abbiano identificato chi era alla guida: non sarebbe il proprietario della vettura

Pioltello (Milano) – “Nostro figlio era buono e generoso. Non è giusto che sia morto in questo modo. Vogliamo verità e giustizia. E chi gli ha fatto questo, chiunque sia, deve pagare”. Pollo allo spiedo e birra, abbracci e lacrime al ristorante Spicy Land di via Bellini a Pioltello, dove, ieri, la comunità peruviana pioltellese ha ricordato Alexander Huarcaya Reyes, 27 anni, investito nella notte fra domenica e lunedì in via Cilea e morto dopo due giorni. E si è stretta in un abbraccio solidale ai genitori, Juan Manuel Huarcaya Romero e Roxana Milagros Reyes Quintana. Composti, dignitosi. In attesa di due cose soltanto: “La verità, tutta intera, su quello che è accaduto quella notte. E l’autopsia, dopo la quale potremo seppellire nostro figlio. Dopo l’ospedale non abbiamo più potuto vederlo”.

Juan Manuel Huarcaya Romero e Roxana Milagros Reyes Quintana sono i genitori di Alexander Huarcaya Reyes
Juan Manuel Huarcaya Romero e Roxana Milagros Reyes Quintana sono i genitori di Alexander Huarcaya Reyes

La “pollada” di solidarietà una tradizione: pollo allo spiedo consumato sul posto o portato via incartato. E un’offerta in denaro, direttamente o via Iban, per sostenere la famiglia in un momento di dolore.

Papà Juan parla a ruota libera e ricorda: “Quella notte mi hanno chiamato subito al telefono. Mio figlio è stato investito davanti al civico 6 di via Cilea, io vivo al 4. Sono sceso in strada, lui era a terra, perdeva sangue dal naso e dalla bocca”. Una sola testimone diretta dell’investimento, l’ex compagna del giovane: “Non stavano più insieme, ma convivevano ancora, dividevano le spese e l’affitto”. E poi tanti racconti, convulsi, discordanti.

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Alexander Reyes

L’indagine si ferma all’altro giorno quando è stata individuata l’auto investitrice, la Peugeot 208 ripresa nel famoso video con il cellulare. Al volante forse non l’intestatario, ma qualcun altro. Gli inquirenti lavorano senza sosta per dargli definitivamente un nome.

L’ipotesi di una lite precedente: Alexander si sarebbe aggrappato al cofano della vettura per impedirle di allontanarsi. “L’altro giorno sono andato dai carabinieri con mio fratello - così il padre -. Ci tornerò all’inizio della settimana, siamo in contatto sempre”. Ancora, l’appello: “Chi ha visto qualche cosa parli. Nostro figlio non meritava di morire come un cane”. Un grazie “ai medici e infermieri del Niguarda, sono stati meravigliosi”.

La donazione degli organi, una scelta fatta da Alexander molto tempo fa: “Ho firmato subito, e in quel giorno così triste sono uscito dall’ospedale disperato, ma anche sereno. So che cuore, fegato e reni di mio figlio stanno già aiutando qualcuno a vivere”.r