Opera (Milano) - Il tempo che passa al carcere di Opera Alfredo Cospito lo passa insieme a tre detenuti legati al crimine organizzato. L'anarchico al 41-bis, in sciopero della fame da oltre 100 giorni, è da lunedì rinchiuso al centro clinico del penitenziario di Milano per via del peggiorare delle sue condizioni fisiche. Non potendo uscire all'esterno per le ore d'aria, a causa del suo malessere, passa le ore di socialità a parlare con tre mafiosi. Non sono nuove le accuse nei suoi confronti di legami con la malavita organizzata.
L'anarchico, che ha 55 anni, ha rifiutato qualche giorno fa anche gli integratori è aumentato il rischio di crisi cardiache. Per questo è sempre più concreto il ricovero ospedaliero. Al momento, ha riavuto i suoi libri e i suoi scritti. Gli appunti, in cui ha messo nero su bianco alcuni suoi pensieri, e i libri che aveva con sé quando è arrivato dall'istituto di massima sicurezza Bancali di Sassari gli sono stati restituiti dopo un "controllo" da parte degli agenti di polizia penitenziaria per via della censura prevista dalla normativa. Intanto lui prosegue a rifiutare cibo e integratori e ad andare avanti ad acqua e sale e zucchero.
Scelta che rende sempre più concreta l'ipotesi di un ricovero ospedaliero che avverrà quando i medici del Servizio di assistenza integrata, ossia il centro clinico di Opera, stabiliranno che il suo quadro clinico richiede un monitoraggio e un'assistenza che il carcere non può assicurare.
"Come tutti i casi di questo genere, continuiamo il monitoraggio con la massima attenzione", ha fatto sapere il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, che con la collega Ornella Anedda riceve ogni giorno una relazione medica sulle condizioni del detenuto. Inoltre, Cospito è sempre convinto di far valere la sua volontà, in caso di un peggioramento, di non essere alimentato artificialmente.